Continuità.

«Strozzati dalla tassa ambientale» 

Trasporto marittimo delle merci, i rincari si abbattono sulle imprese sarde 

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Quanto costa l’insularità alle imprese sarde? Tantissimo. Parola del presidente della cooperativa 3A di Arborea, Remigio Sequi che, in particolare, punta il dito contro l’Ets, la tassa ambientale voluta dall’Europa che «colpisce gli armatori i quali, a loro volta, la riversano sui loro clienti, cioè su di noi», e che «penalizza qualsiasi attività imprenditoriale». Ets è acronimo di Emission Trading System, la tassa che compensa l’emissione di CO2, pagata dalle compagnie di navigazione in forma di quote ambientali e riversata sui costi delle aziende di trasporto. Di questo e altro si è discusso al convegno di Confcooperative Sardegna sulla continuità territoriale delle merci, presenti tutte le parti in causa: le aziende, appunto, gli armatori, e la politica che decide. Oltre a Gianfranco Fancello, Ordinario di Ingegneria civile a Cagliari che ha illustrato i numeri del trasporto marittimo in Sardegna dal 2012 a oggi, e fatto notare l’attuale squilibrio esistente tra il nord e il sud dell’Isola a livello di connessioni con il Continente. Cioè, siamo di fronte a «un basso numero di collegamenti regolari tra il porto di Cagliari e i porti che servono il Nord d’Italia». In pratica, nonostante il 45% della domanda di trasporto merce sia generata nel sud Sardegna, i mezzi usano il porto di Olbia per raggiungere la Penisola.

Le criticità

Tornando all’Ets, ieri Sequi ha dichiarato che per il 2025 ha pagato oltre 1,1 milioni di euro, nel 2026 «arriveremo a 1,6 milioni». Ma preoccupa anche l’articolo 26 della legge di stabilità nazionale che prevede un generale divieto di compensare i crediti d'imposta con debiti previdenziali e assicurativi. Su questo ha offerto qualche garanzia il presidente della commissione Trasporti alla Camera, Salvatore Deidda, che ha parlato della possibilità che sia cambiato con un emendamento: «Credo che si riuscirà, ho avuto rassicurazioni in tal senso». Il deputato di FdI ha detto chiaramente che la tassa sull’ambiente deve essere rivista e che la Sardegna deve essere esclusa dalla normativa. «C’è almeno il 50% delle possibilità di una revisione a nostro favore». Nell’immediato, comunque, «è necessario abbassare i costi del trasporto merci e per riuscirci dobbiamo lavorare assieme alla Giunta Todde».

«Non continuità»

Oggi, secondo Raffaele de Matteis di Confcooperative FedAgri Pesca, «dobbiamo parlare di non continuità delle merci, che purtroppo condiziona la commercializzazione in entrata e uscita. Alla fine chi ne paga le conseguenze sono i primi operatori del settore, l’anello più debole: l’aumento del costo del trasporto si scarica su quello del chilo d’uva o di arance». Al convegno c’era anche Barbara Manca, assessora ai Trasporti: «La continuità marittima non è competenza diretta della Regione, ma questo confronto è utile per fare fronte comune rispetto a un contesto che non è favorevole». Anche per l’assessora i costi si sono incrementati per effetto della tassa Ets. E ha annunciato il ciclo di incontri che partirà oggi a Sassari per coinvolgere i territori nella scrittura del piano regionale dei Trasporti. (ro. mu.)

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