Il caso.

Spari sulla Viking, si muove l’Ue 

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La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta sull’assalto alla Ocean Viking in acque internazionali: l’equipaggio ha riferito che domenica pomeriggio per venti minuti la nave della ong Sos Mediterranee, che aveva 87 migranti a bordo, è stata colpita da colpi di arma da fuoco esplosi dalla guardia costiera libica. La procuratrice Sabrina Gambino ha fatto avviare accertamenti dalla polizia scientifica, che ha eseguito i primi rilievi sulla nave. Poi saranno raccolte le testimonianze. Migranti ed equipaggio per il momento sono in quarantena ad Augusta. «Individueremo il posto in cui è avvenuto e poi prenderemo le determinazioni necessarie. Dobbiamo ricostruire cosa è accaduto» ha detto la procuratrice.

Intanto sull’episodio accende un faro anche Bruxelles. «Abbiamo contattato le autorità libiche per chiarire i fatti, è loro compito dire cosa è accaduto», ha detto una portavoce della Commissione europea, precisando che si stanno «stabilendo i fatti» e non si è «ancora alla fase delle possibili conseguenze». Angelo Bonelli, Avs, ieri ha definito «intollerabile che le nostre motovedette vengano trasformate in strumenti di violenza contro chi salva vite», e «il silenzio di Meloni, mentre con una nave italiana si spara a una missione umanitaria, è un atto di resa politica e morale che umilia il nostro Paese davanti all’Europa e al mondo». Sempre ieri il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha ribadito su X che «è lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e gestisce e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong» e ha postato una foto della nave di Mediterranea, con la notizia del fermo dell’imbarcazione per aver disobbedito alle disposizioni del Viminale, sbarcando i migranti nel porto di Trapani anziché in quello indicato dal ministero, Genova. E mentre scatta il sequestro amministrativo anche per la Trotamar III, ferma a Lampedusa dove è sbarcata il 24 agosto dopo avere soccorso 22 persone, proseguono gli sbarchi di migranti in Sicilia, dove si sono registrati oltre 750 arrivi: 634 a Lampedusa e 117, compreso un neonato, sulle coste del Siracusano. E ieri altre 130 stavano facendo rotta sulla maggiore delle isole delle Pelagie su un’imbarcazione della guardia costiera dopo essere state soccorse dal veliero Astral della Open Arms.

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