Diverse scuole hanno aperto i battenti mercoledì scorso (esercizio dell’autonomia), ma la maggior parte degli studenti sardi risponde oggi alla prima campanella. Anno scolastico al via, dunque, tra banchi sempre più vuoti, dirigenti a scavalco in tante scuole delle aree più periferiche, un numero di precari elevato (i supplenti sono oltre 5mila) e l’organico del personale Ata (quindi bidelli, personale tecnico e di segreteria) ancora incompleto in alcuni territori. Va meglio invece sul fronte del sostegno, con centinaia di docenti supplenti confermati dalle famiglie nel segno della continuità didattica e, in prospettiva, l’accelerata sulla formazione di nuovi insegnanti e la specializzazione dei precari con un’esperienza sul campo.
L’inverno demografico
L’organico degli insegnanti, dice Massimo De Pau, presidente regionale dell’Anp (l’associazione dei presidi), «è pressapoco lo stesso del 2024», un aspetto che va sottolineato se si considera che, a livello nazionale, per la prima volta dall’anno scolastico 2020-’21 il Ministero ha previsto il taglio di circa 4mila posti dell’organico docente. I tagli anche nell’Isola, verosimilmente, arriveranno a settembre del 2026 visto l’inarrestabile calo del numero di alunni a causa della denatalità, una media di 5mila ragazzi in meno ogni anno e 35mila banchi rimasti vuoti nell’ultimo decennio.
I dirigenti a scavalco
Oggi in Sardegna sono poco più di 170mila gli alunni, dai bambini della scuola dell’infanzia ai ragazzi delle superiori. Nel 2024 erano 176mila, e l’impatto del crollo si vede soprattutto nella scuola primaria, dove si contano circa duemila iscrizioni in meno, e dunque i banchi occupati sono meno di 50mila. L’impatto della denatalità ha invece ripercussioni dirette sul dimensionamento scolastico e se con l’ultimo concorso sono entrati in ruolo dieci neo dirigenti, tante sono le scuole con i direttori a scavalco. «Tredici autonomie scolastiche in regime di reggenza, la maggior parte in territori periferici», avvisa Pino Aquila, portavoce regionale del coordinamento dei presidenti dei consigli d’istituto. Un problema non da poco, «perché si creano discontinuità gestionali e difficoltà organizzative, con un aumento del rischio di dispersione scolastica, soprattutto nelle aree più fragili del territorio».
La nota positiva
Se tanti restano i problemi della scuola nell’Isola, una positiva inversione di tendenza si registra nel sostegno, con una grande quota dei docenti precari che ha preso servizio puntualmente il primo settembre. «Un risultato dovuto all’applicazione, per la prima volta, della Fase zero nella procedura di assegnazione delle supplenze di sostegno», spiega Maria Luisa Serra, segretaria della Cisl Scuola Sardegna. «Una disposizione del Ministero per garantire la continuità docente-alunno a richiesta delle famiglie. In questo modo si sono anticipati i tempi di assegnazione delle cattedre, a parte qualche problema legato all’algoritmo in alcuni ambiti, dove è stato necessario ripetere la procedura». Sul sostegno si sta puntando anche alla formazione. «Dai corsi Indire (ente del Ministero ndr ), alle università online, ai bandi delle Università di Cagliari e Sassari».
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