Consiglio.

Sì al Puc dopo dieci anni d’attesa 

Approvato il documento che disegna il futuro. Zedda: «Giorno straordinario» 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

«Non è un giorno storico perché, tra osservazioni, conferenza di copianificazione, verifica e pubblicazione finale ci vorrà un altro anno di lavoro. Detto questo, è comunque un giorno straordinario», dice il sindaco Massimo Zedda. Dopo quasi dieci anni di gestazione, Cagliari ha il nuovo piano urbanistico comunale. Il Consiglio comunale l’ha approvato ieri sera con i soli voti della maggioranza; documento che, nelle intenzioni dell’amministrazione, disegna una città più giusta, più verde, più a misura di cittadini, che non consuma il suolo ma riqualifica l’esistente, anche attraverso progetti (guida) di ricucitura urbana. «Un piano fondato su partecipazione, responsabilità e diritto alla casa. Ora si apre la fase decisiva del confronto con la città», spiega l’assessore all’Urbanistica Matteo Lecis Cocco Ortu.

Il futuro

Nei minuti che precedono l’approvazione, l’assessore traccia lo scenario della nuova Cagliari scandendo le tappe del piano urbanistico che disegna una «città inclusiva, capace di dare risposte alle nuove generazioni e a chi sceglie Cagliari per studiare, lavorare o vivere. E che garantisce nuove regole per rigenerare invece che espandere», costruendo nuove case senza consumare altro suolo e rispondendo così alla fuga dei giovani e delle giovani coppie dalla città. «Un puc», dice ancora l’assessore, «che sulla mobilità» adotta «il modello europeo: la gerarchia è chiara: pedoni, trasporto pubblico, bici e solo dopo l’auto privata». «Il senso di questo piano», conclude, «non è produrre un documento perfetto ma attivare un processo collettivo che renda la città più consapevole delle scelte sul futuro»

Il dibattito

La minoranza di centrodestra si astiene, mentre Giuseppe Farris, consigliere di CiviCa 2024, è l’unico che vota contro. «Perché questo Puc considera i bisogni dei luoghi ma non quelli del persone», spiega. «Perché guarda a un uomo nuovo che non ha passato ma solo un futuro Un piano ideato sette anni fa e impregnato della fallimentare filosofia euro-green, che ruota attorno ai progetti guida che tuttavia non sono finanziati e nemmeno si sa chi li realizzerebbe», aggiunge. «Questo piano sembra un inno alla “città dei 15 minuti” e al green deal, tanto che pare più un manifesto di buone intenzioni ambientaliste che un piano urbanistico concreto», spiega Pierluigi Mannino, FdI. «La mobilità, quella vera, è un’opzione ausiliaria, relegata a qualche accenno vaghissimo, quasi come se le auto e i trasporti tradizionali fossero un ricordo sbiadito».

«Spero che si prenderanno in considerazione nelle fasi decisive del piano gli interessi della città e dei cittadini», sottolinea Edoardo Tocco, FI. «Nel Puc sono presenti tanti aspetti positivi frutto del lavoro della passata consiliatura, dalla valorizzazione di Is Mirrionis con vari interventi tra cui la realizzazione dell'accesso al parco di Tuvixeddu da via Is Maglias alla realizzazione del Museo di Santa Gilla al posto dell'ex centrale Enel», afferma Roberto Mura, Alleanza Sardegna. «Insieme a questi aspetti positivi restano alcune problematiche causate dall'azione di questa maggioranza: l'inaccettabile immobilismo sul tunnel di Tuvumannu alla via Roma incompleta, insieme al problema di Su Stangioni con le famiglie che da anni pagano come terreni edificabili».

Perché sì

Sì pieno al nuovo Puc da parte di tutta la maggioranza. «È una scelta strategica che orienterà Cagliari nei prossimi vent’anni», sottolinea Alessio Alias, Progressisti. «Sosteniamo una città compatta, verde, accessibile, con politiche abitative che mettano al centro il diritto alla casa e non la rendita. Il piano introduce quote obbligatorie di edilizia sociale, rafforza la rete ecologica, punta sulla mobilità sostenibile e sulla rigenerazione dei quartieri più fragili. Restano però nodi da sciogliere: risorse, governance, capacità di attuazione».

Il concetto lo ribadisce Rita Polo, Pd: «Il nuovo piano ha il pregio di mettere in connessione tutti gli elementi essenziali della città. Una connessione sia in termini urbanistici che sociali». «Sostenibilità e rigenerazione sono le due parole chiave che guidano il piano», afferma Laura Stochino, Sinistra Futura. «Andranno declinati in atti, avendo due obiettivi: la realizzazione di una città policentrica e di una città ri-abitata di cittadini e di opportunità. In questo senso», aggiunge, «i progetti guida che coinvolgono i quartieri di Sant'Avendrace, San Michele e Is Mirrionis, meritano tutto il nostro sostegno perché si fanno carico della cesura presente in tre dei quartieri più popolosi che attendono da tempo degli interventi». Tra un anno l’approvazione finale.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

• Accedi agli articoli premium

• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?