L’intervista.

«Senza investimenti l’azienda è debole» 

Morricone (Sda Bocconi): il debito non è sempre un pericolo, serve sostenibilità 

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Gli investimenti per far crescere un’azienda, il debito «che in Italia è visto come un aspetto negativo, ma invece non lo è», la sostenibilità. E l’aiuto dell’intelligenza artificiale «che comunque non potrà mai sostituire l’intuito dell’imprenditore».

Serena Morricone, professore associato di Financial accounting & Analysis alla Sda Bocconi, spiega quali sono i dati da tenere sotto controllo costantemente quando si guida un’azienda.

Oggi la docente sarà impegnata in un nuovo ciclo di lezioni di Programma US, il progetto di alta formazione del gruppo L’Unione Sarda dedicato alle imprese sarde.

Quali numeri si devono guardare per capire se un’azienda sta andando nella direzione giusta?

«Spesso l’attenzione si concentra solo sul fatturato, a volte gli imprenditori lo guardano con orgoglio. Tanti però si dimenticano che cosa succede al profitto una volta che è stato creato. C’è l’altro spaccato del mondo bilancistico che è altrettanto importante, lo stato patrimoniale: qui nasce veramente un’azienda, con gli investimenti e con le fonti di finanziamento».

Gli investimenti spesso chiamano l’indebitamento.

«Fatturare senza fare investimenti è il sogno di tanti imprenditori. Ma purtroppo lo sviluppo dell’azienda non nasce dal nulla. O si finanza con risorse dell’imprenditore o ci si rivolge alle banche. Ma in Italia il debito viene interpretato come una cosa negativa».

Invece?

«Invece è essenziale. Quello che conta è la sostenibilità: deve essere proporzionale alla capacità dell’azienda di restituire il capitale».

Quali sono gli indicatori che aiutano a inquadrare la sostenibilità del debito?

«Il margine del conto economico definisce la sostenibilità, tuttavia non c’è una formula magica, ogni settore ha il suo sistema. L’ambito dell’hi-tech ad esempio è difficilmente finanziabile col debito perché ha rischi più alti».

Le banche cosa guardano?

«Tutto, fanno uno screening completo. Come i check-up sanitari. Ecco perché per un imprenditore è importante avere consapevolezza dei rischi e dei punti di forza della propria azienda. Una banca guarda la capacità di generare valore e sostenerlo nel lungo termine».

Ora al centro dell’attenzione ci sono anche l’ambiente e l’impatto sociale di un’azienda, con il bilancio Esg.

«Ogni settimana arriva un acronimo da conoscere ma la sostenibilità non è un concetto nuovo. Dobbiamo misurare qualcosa che va oltre profitto e fatturato e guardare come l’azienda crea valore impattando sull’ambiente e sulle persone. Ma va ricordato che non si può essere sostenibili se poi chi opera in un’impresa non bada ai rapporti con fornitori e clienti».

L’Intelligenza artificiale ci può aiutare nella lettura dei bilanci?

«Per adesso ci sono ottimi software gestionali. Magari tra qualche anno ci saranno altre evoluzioni dell’AI che consentiranno di analizzare meglio i numeri. Ma per guidarla bene e sapere dove indirizzarla si devono avere le nozioni essenziali: solo così si può gestire e comandare una macchina dall’alto potenziale».

Quali possono essere gli accorgimenti da seguire per evitare una crisi aziendale?

«Esistono diversi set di indicatori da tenere sotto controllo in maniera costante, la cosa più importante però è essere consapevoli di cosa sia la valutazione. Purtroppo sotto questo aspetto non esiste ancora una AI in grado di sostituire la mente di un imprenditore o di un manager. Semmai ci saranno programmi che aiuteranno a prendere decisioni più consapevoli, ma le responsabilità ricadranno sempre sulle persone. Un po’ come il chirurgo che opera col robot: la macchina lo aiuta nella buona riuscita dell’intervento, però è sempre il chirurgo che la guida».

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