In sei erano stati chiamati in causa dalla Procura regionale della Corte dei conti per un presunto danno da oltre 100mila euro alle casse dell’Aspal, l’Agenzia regionale per le politiche del lavoro, in merito al frazionamento e all’affidamento diretto degli eventi del “Job Day Sardegna” 2023. I magistrati erariali contestavano che l’appalto, anziché assegnato con una gara su più lotti, fosse stato suddiviso e affidato direttamente, facendo così aumentare i costi rispetto a quanto speso l’anno successivo. Alla fine del processo, però, la Corte dei conti ha ritenuto che nessuno abbia agito con dolo, che è stato anzi escluso, facendo così scattare l’assoluzione per effetto dello «scudo erariale». La tesi difensiva era che la pratica fosse stata fatta in quel modo per rispettare i tempi e gli obiettivi imposti. Nessuno, è poi emerso, sarebbe così stato favorito dalla scelta di non ricorrere alla gara pubblica.
È questa, in estrema sintesi, la motivazione che ha portato all’assoluzione di Andrea Alimonda, Gianluca Meloni, Valerio Cazedda, Antonella Delle Donne, Roberto Marongiu e Margherita Lucano, finiti a giudizio davanti ai giudici erariali dopo una segnalazione di danno per «presunte irregolarità consistenti nell’artificioso frazionamento e nella violazione del principio di rotazione degli appalti» da parte dell’Aspal in occasione del Job Day Sardegna 2023. Un evento su sei tappe organizzate a Sassari, Olbia, Nuoro, Oristano, Totolì e Cagliari. Terminato il processo davanti alla Corte dei conti, escluso il dolo, l’accusa è caduta per tutti.
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