Legge di Pratobello, per ora è più no che sì. Anche se il momento (caso decadenza e preparazione del ricorso) lascia intendere che sia in atto una sorta di tregua e il vuoto normativo, su cui le multinazionali si stanno infilando per provare a ottenere concessioni magari prima negate, sia solo parziale. C’è chi si sbraccia – come i comitati – a richiedere al Consiglio regionale l’approvazione della Pratobello 24, proposta di legge di iniziativa popolare che, l’estate scorsa, è stata sottoscritta da quasi 211mila sardi. Ma dai vertici dell’assemblea arriva un invito alla frenata: c’è già la legge 20, su cui deve esprimersi la Corte costituzionale, ma che «è vigente a tutti gli effetti».
Il presidente
«Dalle cronache, seguiamo con attenzione le richieste dei gruppi che sostengono la proposta, ma il Consiglio ha fatto delle scelte traducendole in norma», dice il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini. «Nonostante tutto, la legge 20 sta garantendo la tutela del territorio e la Regione difenderà le sue decisioni davanti alla Consulta in un frangente in cui lo stesso Governo sta riflettendo su alcuni decreti di interpretazione forse troppo estensiva». Per Comandini, «la Regione, davanti alla Corte costituzionale, esibirà la garanzia e la tutela territoriale, la capacità di programmazione degli interventi, il coinvolgimento della comunità». La Corte, nell’esprimersi, «dovrà tenere bene a mente la tutela sardi e l’autonomia nello sviluppo delle scelte in materia energetica, che non possono cadere dall’alto con decreti governativi». Silenzio dal M5S, mentre dal Pd interviene il presidente della commissione Attività produttive Antonio Solinas: «In 16 mesi che questa Giunta è in carica, dalla Regione non è stato autorizzato nemmeno un progetto eolico o fotovoltaico», dichiara. «La legge c’è ed è la 20, approvata dal Consiglio regionale e ora al vaglio della Consulta. Il problema si porrà se dovesse essere cassata ma, ad oggi, in Sardegna non si possono realizzare impianti eolici o fotovoltaici se non in forza dell’articolo 3, con l’accordo tra Comuni, imprenditori e Regione».
Attacco
Il centrodestra, tuttavia, resta sul chi vive. Pietro Pittalis, deputato e segretario regionale di Forza Italia, invita invece proprio il Consiglio a un maggiore dialogo con chi chiede l’approvazione della legge: «Siamo dell’idea che sia una proposta seria», spiega Pittalis, «da prendere in considerazione e da mettere nell’agenda del Consiglio regionale. All’interno della Pratobello ci sono le risposte, perché tratta le soluzioni dal punto di vista urbanistico contro questo assalto eolico e fotovoltaico indiscriminato. Chiudere le porte in faccia a 211mila sardi è come non capire l’ abc della politica». Critici i Riformatori, con il capogruppo Umberto Ticca: «La Legge 20, come previsto, si sta rivelando debolissima e rischia di essere cancellata dalla Consulta. Davanti a questo scenario, non possiamo permetterci un vuoto normativo», argomenta. «Per questo ritengo giusto e necessario che si apra finalmente il dibattito in Aula sulla proposta di legge di iniziativa popolare denominata Pratobello 24, sostenuta da migliaia e migliaia di cittadine e cittadini sardi. È l’occasione», conclude Ticca, «per restituire centralità al Consiglio regionale e ascoltare una voce che arriva dalla società sarda».
Cautela
Più cauti i Fratelli d’Italia: «Se la Consulta dovesse dichiarare incostituzionale la legge aree idonee, un secondo dopo, Giunta e Consiglio regionale dovranno agire senza perdere tempo per colmare il vuoto normativo creato», dichiara il vicecapogruppo Fausto Piga. E la Legge di Pratobello? «Alcune parti possono essere riprese, ma l'approccio ideologico della maggioranza deve cambiare. Occorre mettere in campo la migliore legge possibile per creare un giusto equilibrio tra la tutela del paesaggio e gli interessi legittimi di una transizione energetica per famiglie e imprese».
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