Verona. Falso e omicidio colposo in concorso. Sono le ipotesi di reato, a carico di ignoti, scritte nel fascicolo aperto dalla Procura di Verona sulla morte della maratoneta Anna Zilio, 39 anni, trovata senza vita nel suo letto un mese fa. Domani la Procura conferirà al medico legale l'incarico di effettuare accertamenti tecnici tossicologici: si cercano nel sangue prelevato dalla donna sostanze che possano averne causato - o contribuito a causare - la morte. Se così risulterà, sarebbe da capire chi abbia prescritto o procurato la sostanza a Zilio. Per quanto riguarda l’ipotesi di falso, il riferimento è ai certificati medici per l'attività agonistica. L'ultimo valido risale al 2021, mentre quelli ottenuti nei due anni successivi sarebbero falsi: il medico non ha riconosciuto la propria firma.
Il certificato medico
Non si trova poi l'ultimo certificato, quello con scadenza a fine 2025 (e che quindi avrebbe dovuto essere stato ottenuto sul finire del 2024). Eppure quest'anno Zilio ha partecipato a diverse gare in Italia, dove il certificato per l'attività agonistica è obbligatorio. Può succedere, perché il controllo del certificato è demandato alle società sportive, che caricano sulla piattaforma Fidal (la Federazione di atletica leggera) solo la data di scadenza, poi modificata tutti gli anni. Zilio aveva la possibilità di accedere alla piattaforma per cambiare le date. S’indaga anche sullo stop di alcuni mesi nel 2021, quindi sul perché Zilio sia stata prima fermata per un problema cardiaco e poi dichiarata nuovamente idonea.
I familiari
Ad attendere l'esito delle indagini c'è una famiglia «travolta da un dolore indicibile» e «fortemente preoccupata per l'inchiesta che si sta conducendo, che ovviamente impone di riaprire quella ferita quasi quotidianamente», spiega il legale Marco Pezzotti.
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