Milano.

Ridevano della vittima paralizzata ed erano pronti a colpire ancora 

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Milano. Ridevano mentre dicevano, tra le altre cose, che sarebbe rimasto «paralizzato» e che speravano morisse, con una «ilarità» che dimostra tutta la loro «disumana indifferenza». E non basta perché, come risulta dagli atti e dalle intercettazioni, erano pronti a «cimentarsi nuovamente», scrive la gip, e ad esercitare la loro violenza «gratuita» per portarsi a casa la prossima volta più di una banconota da 50 euro. E di quei propositi di altre violenze in stile Arancia Meccanica parlavano tra loro, con i poliziotti a pochi metri di distanza che li registravano. Il dettaglio emerge dalle indagini sulla brutale aggressione in strada del 12 ottobre nella zona della movida a Milano, vicino a Corso Como, ai danni di uno studente della Bocconi di 22 anni che, come scrivono i magistrati, è rimasto paraplegico. L’inchiesta ha portato in carcere tre 17enni e due 18enni di Monza, tutti inseriti in contesti familiari apparentemente normali. «La violenza minorile fa segnare una recrudescenza in termini di numeri, ma anche come efferatezza degli episodi», ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

I due maggiorenni, che saranno interrogati domani dalla giudice Chiara Valori, rischiano condanne fino a 20 anni, che in abbreviato potrebbero scendere a 14. Nel procedimento minorile, invece, le pene sono ovviamente più basse. A tutti e cinque, oltre alla rapina, viene imputato il tentato omicidio. «Eh raga, però io voglio mettere la storia (...) io anche voglio vedere il video, voglio vedere se ho picchiato forte (...) domani schiatta e ti danno omicidio (...) speriamo bro, almeno non parla (...) io gli stacco tutti i cavi", sono solo alcune delle frasi pronunciate dai ragazzi e contenute in decine di intercettazioni ambientali riportate negli atti, captate il 29 ottobre, dopo che erano stati portati in questura.

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