Tel Aviv. I militari di Italia, Francia e Spagna sono pronti a presidiare nuovamente il valico di Rafah e a vigilare sul transito sicuro di persone e carichi in entrata e in uscita da Gaza. Tornato operativo lo snodo logistico al confine tra l’Egitto e la Striscia, è ripartita Eubam - la missione dell’Unione europea di assistenza alla gestione integrata delle frontiere - e torna sul campo il contingente italiano, composto da carabinieri.
Ospedali da campo
Il primo impegno diretto dell’Italia nel dopoguerra di Gaza è quindi cominciato mentre si valuta per l’invio di circa duecento carabinieri nella Striscia per addestrare le forze locali palestinesi ed è ancora in gioco la possibile presenza di uomini del genio militare dell’Esercito per rimuovere mine e ordigni. Tutto è legato ai colloqui dei prossimi giorni e ad eventuali risoluzioni delle Nazioni Unite. Ma tra le ipotesi c’è anche della presenza di medici in arrivo dalle eccellenze degli ospedali italiani, come ad esempio il Bambino Gesù. C’è poi l’idea di allestire ospedali da campo nella zona sud di Gaza, una soluzione già valutata e accantonata per la mancanza di acqua pulita.
La missione Eubam
Intanto riprende Eubam, riassegnata a Rafah nel gennaio scorso (la prima missione invece partì nel 2005) a seguito del primo cessate il fuoco tra Israele e Hamas, che consentì una riapertura limitata del valico. Il movimento dei passeggeri attraverso il confine era cominciato a febbraio ed è proseguito fino allo scorso 17 marzo: in questo mese e mezzo la missione ha facilitato il transito sicuro di 4.176 persone, tra cui 1.683 pazienti e i loro accompagnatori, in stretta collaborazione con la “Autorità generale palestinese per le frontiere e i valichi”. Le operazioni sono state sospese il 18 marzo a seguito della ripresa del conflitto e della conseguente chiusura del valico. Da allora le squadre specializzate sono rimaste dispiegate sul territorio, facendo base ad Ashkelon, continuando a supportare le iniziative di rafforzamento di quella zona affinché si potesse poi gestire efficacemente il valico in vista della futura pace, che ora è arrivata.
«Un dovere»
In attesa di un potenziamento della missione, al momento resta il nucleo di venti uomini composto da squadre specializzate dei carabinieri (finora sono otto i militari), della gendarmeria francese e della guardia civil spagnola che insieme rappresentano una forza di gendarmeria europea. Fin dal primo momento il loro compito è stato di vigilare sulla sicurezza, ma nessun controllo a persone e cose - almeno al momento - viene direttamente affidato dalle unità di Eubam. Non si può escludere che nei prossimi giorni possa arrivare la richiesta di altri militari - forse decine - a supporto della squadra. A Gerico, in Cisgiordania, è invece pronta a ripartire l’attività di training della missione bilaterale Miadit Palestina a favore delle Forze di sicurezza palestinesi, in cui è impegnato un piccolo nucleo di istruttori dell’Arma. La stessa missione sarà estesa nella Striscia appena ci saranno le condizioni. Il ministro della Difesa Guido Crosetto negli ultimi giorni ha più volte ribadito che l’Italia opera «già in quell’area e continueremo a farlo perché abbiamo il dovere di fare di tutto affinché non riprenda la guerra che sta cessando».
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