Nel limbo tra trasgressione e illegalità, viale Endrich e via San Saturnino rappresentano l’esempio calzante di colore che dà vita, immagini che si accostano a panorami mozzafiato sul quartiere di Villanova e verso il Golfo degli Angeli. Ogni muro è una tela, ogni opera un voce: così la street art fiorisce, trasformando lo spazio urbano in gallerie a cielo aperto e set ambito per servizi fotografici di turisti e passanti affascinati.
Arte o vandalismo?
Impossibile non notare, quando si passeggia in viale Regina Elena, l’abbondanza di forme e colori delle vie che la costeggiano. Dagli anni ‘90 ad oggi giovani artisti si sono espressi sui muri delle case storiche del quartiere, alla ricerca di uno spazio in cui lasciare il proprio messaggio e sfidando la legge. Tra chi frequenta la zona però in tanti restano rapiti da tanta bellezza. Per Emanuele Siotto Pintor non c’è dubbio: «Per me è arte, non mi piacciono gli scarabocchi che si vedono su ringhiere e panchine, ma viale Endrich e via San Saturnino danno colore e lustro a un quartiere che altrimenti sarebbe troppo degradato». Dello stesso parere anche Carlo, residente del quartiere, e Silvana: «Queste opere sono veramente un piacere per gli occhi, non disturbano nessuno. Il Comune dovrebbe concedere più spazi ai giovani per esprimersi».
Il caso cagliaritano
«Non solo un fenomeno estetico – chiarisce Melania Garau, guida turistica specializzata in street art – questa forma d’arte rappresenta un meccanismo complesso, fatto di regole, codici, rispetto e ribellione». Arrivata nell’Isola a partire dal Nuorese, passando per Iglesias fino a Cagliari, l’arte urbana ha trovato in questa terra ampio spazio. «Viale Endrich e via San Saturnino rappresentano un percorso in continua evoluzione – continua la Garau – uno spazio dedicato soprattutto ai graffiti, diversi dalla street art in senso stretto perché nati proprio come forma di ribellione personale, realizzati esclusivamente con le bombolette. Facile, infatti, trovare nella via esempi di tags (firme) o scritte con i font più disparati».
È amore
Elena da Trieste era stata qui 4 anni fa. Colpita dai colori dei murales, ha deciso di accompagnare un gruppo di amici – tutti turisti – in un tour proprio tra le vie di Villanova. «Sono bellissime opere d’arte ed è un peccato che non siano maggiormente valorizzate. Si potrebbero organizzare eventi per promuoverla di più». Mario, cagliaritano doc, è persino disposto a concedere un muro della sua casa: «Le pareti bianche non mi piacciono – dice –, no alle scritte politiche o anarchiche, ma dipinti come questi darebbero secondo me più dignità ad alcuni luoghi della nostra città».
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