Sinnai.

Pratiche auto, danni all’Erario per 30mila euro  

Dopo la condanna penale per peculato arriva la richiesta della Corte dei Conti 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

Era stato condannato in via definitiva a 3 anni di reclusione per peculato, accusato di essersi appropriato dei soldi che 469 automobilisti gli avevano dato per pagare l’Ipt, l’imposta provinciale di trascrizione. Ora Mauro Contini, 63 anni di Sinnai, all’epoca dei fatti titolare di una agenzia di pratiche auto, dovrà pagare 30 mila euro alla Città Metropolitana: la Corte dei Conti l’ha ritenuto responsabile del danno causato dalle casse dell’ex Provincia di Cagliari per il mancato versamento delle somme. Una cifra di gran lunga inferiore ai 233 mila euro sollecitati dalla Procura erariale, ma la Corte – presieduta dalla giudice Donata Cabras – ha chiarito che, in realtà, il danno alle casse pubbliche è stato di gran lunga inferiore a quello stimato perché «i contribuenti hanno ripetuto il pagamento dell’imposta una volta avvedutisi del mancato riversaemento dell’importo». Insomma, i veri danneggiati sono stati gi automobilisti.

La vicenda

Il giudizio penale si era ormai chiuso da due anni, quando la condanna del Gup del Tribunale di Cagliari, Lucia Perra, non era stata impugnata ed era diventata irrevocabile. Contro Mauro Contini, però, si è poi mossa la Procura erariale che gli ha chiesto 233.319 per i presunti danni arrecati alle casse pubbliche. Il 63 enne si è costituito in giudizio con gli avvocati Antonio Nicolini e Roberto Delogu che sono riusciti a mitigare l’ammontare del danno. In realtà, è poi emerso, molti utenti avevano poi versato nuovamente l’importo alla Provincia una volta scoperto che l’agenzia non l’aveva fatto.

Il processo

La Corte ha ritenuto che si potesse procedere anche alla contestazione del danno d’immagine arrecato alla pubblica amministrazione, ritenendo che ci sia stata una colpa nel comportamento del titolare dell’agenzia: «Dopo aver redatto l’atto del passaggio di proprietà dei veicoli e aver ricevuto dai clienti il pagamento della quota Ipt», scrivono i giudici, «aveva omesso di effettuare la registrazione degli atti e versare l’imposta provinciale». E se nel giudizio penale aveva pesato anche una perizia tecnica che aveva stabilito la parziale incapacità di intendere e di volere dell’imputato, in quello erariale questo non è servito perché non gli è stata contestata una condotta dolosa ma colposa. In più non la Corte ha ritenuto che non ci sia stato un rilevante danno d’immagine, visto che la notizia – salvo qualche articolo di giornale – non aveva avuto una grossa diffusione.

La condanna

Da qui la decisione della Corte presieduta dalla giudice Cabras, affiancata dalle colleghe Valeria Mistretta e Elena Brandolini, di ridimensionare enormemente l’ammontare del presunto danno cagionato, condannando Contini a versare 30 mila euro alla Città Metropolitana. La sentenza potrà comunque essere appellata dai legali Nicolini e Delogu.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

• Accedi agli articoli premium

• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?