San Sperate-Villasor.

Ponte, lavori sospesi: spariti gli operai 

I sindaci scrivono alla Città metropolitana: basta con i ritardi e i disagi 

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Lavori interrotti nel ponte che collega San Sperate a Villasor. Il cantiere è chiuso, di operai neppure l’ombra da qualche tempo, si continua a viaggiare in una carreggiata ridotta tra ingorghi e pericoli. I sindaci dei sue paesi, Fabrizio Madeddu (San Sperate) e Massimo Pinna (Villasor) hanno scritto alla Città metropolitana, subentrata all’ex Provincia Sud Sardegna nella gestione del viadotto e dei lavori necessari per la messa in sicurezza: «Per ora non abbiamo risposte, ma chiediamo che i lavori vengano conclusi al più presto», dice Madeddu. Pinna aggiunge: «I disagi non solo per gli automobilisti. I bus dell’Arst adesso sono costretti a passare da Decimomannu. Circa 20 minuti in più di tragitto e ritardi per i pendolari. I lavori dovevano chiudersi prima».

I disagi

Litigate, discussioni su mancate precedenze e disagi ai guidatori. Quello che sarebbe dovuto essere un intervento relativamente rapido sul ponte della Provinciale 4 sembra essere diventato un cantiere abbandonato. Intercettare le motivazioni dietro questi ritardi non è facile (specie sotto le feste) e le stesse amministrazioni per ora brancolano nel buio. La domanda è: quanto tempo passerà prima che la viabilità torni alla normalità?

Barbara Moi, una residente, non è ottimista: «Ogni giorno è la stessa storia, e le cose non possono migliorare», racconta. «Persone che, nonostante il senso alternato, si confondono e impegnano il ponte con l’auto. Quindi si creano gli ingorghi e finisce sempre in discussioni e insulti».

Da un anno

«Ormai da un anno il ponte è così, con una sola corsia percorribile. Poco è cambiato, se non una modifica che ha ristretto ulteriormente lo spazio. Io sono preoccupata, non tanto per un incidente, ma che si arrivi alle mani. Cosa che credo sia già successa per altro», chiude Moi.

Il progetto

I lavori sul ponte, già nella fase progettuale, quando ancora San Sperate e Villasor risultavano nella provincia del Sud Sardegna, non sembravano nati sotto una buona stella. Anni trascorsi dai sindaci a chiedere che le operazioni per la messa in sicurezza e la ristrutturazione partissero, poi un via libera a “sorpresa”, nel giugno del 2024: i pilastri in cemento sarebbero stati sostituiti con dei tiranti in metallo. Si scatenò il panico visto che il primo progetto avrebbe visto la chiusura dell’intero ponte per due mesi. La Provincia Su Sardegna decise allora di cambiare il progetto: tempi più lunghi (più o men il doppio), ma ponte per metà aperto. A questo si aggiunge il cambio di “giurisdizione” degli ultimi mesi: ora c’è la Città metropolitana (e si spera ulteriori fondi).

Ma adesso il cantiere è chiuso e le proteste ripartono più forti che mai.

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