Varese. Per rintracciarla e salvarla ci sono voluti sette minuti e 12 secondi, trascorsi al telefono con la polizia. Questa volta gli agenti sono riusciti a fermare in tempo un altro uomo violento che aveva appena aggredito la sua ex. Lei ha 19 anni, lui ne ha 45, ha precedenti per droga ed è stato arrestato in flagranza. Ma in carcere è rimasto 48 ore: il gup lo ha rimesso in libertà, applicando la misura del divieto di avvicinamento richiesta dal Pm. Una decisione «assurda», accusa il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Martedì la 19enne è stata picchiata dall’uomo a una fermata del bus. Quando il mezzo è arrivato lei è salita, spaventata e in lacrime, con l’ex che l’ha seguita a poca distanza. Lei sapeva che alla fermata se lo sarebbe ritrovato davanti, ma non immaginava che un suo conoscente avesse assistito all’aggressione e chiamato il 112, fornendo anche il nome della giovane. La sala operativa della questura ha rintracciato il numero di cellulare della ragazza, i poliziotti l’hanno contattata e rassicurata: «Adesso ci siamo noi - le ha spiegato l’operatore - Siamo qui per te». La giovane non ricordava quale bus avesse preso ma ha spiegato al telefono ciò che vedeva dal finestrino. «Queste sirene arrivano per te», le ha detto a un certo punto l’operatore quando le Volanti hanno individuato il mezzo. Le auto di servizio lo hanno bloccato e sono saliti a bordo, mentre il 45enne cercava di nascondersi tra i sedili. Ma la ragazza si è lanciata verso gli agenti: «Mi ha picchiata ancora», ha detto in lacrime. Lei aveva chiuso la relazione il 30 settembre e già allora l’uomo l’aveva aggredita. Pochi giorni dopo aveva diffuso per vendetta due scatti intimi della ragazza su WhatsApp e lei lo aveva denunciato per revenge porn. Infine martedì la nuova aggressione. Interrogato dal gip, è rimasto in silenzio. Se violerà il divieto di avvicinamento disposto dal giudice su richiesta del Pm, la misura potrà aggravarsi sino al carcere. Per Fontana «unire le forze e far prevalere la solidarietà, mai come in queste situazioni, è fondamentale. Tutto ciò nel rinnovare l'appello alle vittime di denunciare prontamente ogni avvisaglia di comportamenti anomali, rivolgendosi anche ai Centri antiviolenza della Regione Lombardia presenti su tutto il nostro territorio».
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