Comune.

«Passi indietro su case e parcheggi» 

L’opposizione contesta il nuovo Piano urbanistico: per ora nessuna rivoluzione 

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Piovono bordate sul nuovo Piano urbanistico comunale, almeno dopo la prima panoramica regalata (su richiesta) dall’assessore Matteo Lecis Cocco Ortu, titolare della Pianificazione strategica nella Giunta Zedda. Politiche abitative, sistema di parchi e mobilità sostenibile: questi i cardini dello strumento programmatorio, pronto per la firma della Giunta (slittata da ieri a oggi) e smontato dall’opposizione in una sorta di primo round politico. Con tanto di inciso: «Attendiamo i documenti ufficiali».

«Perdita di tempo»

La premessa all’analisi è proprio una valutazione complessiva. «Sul Puc l’attuale maggioranza si è concessa il lusso di un anno di campagna elettorale in più, ma ha sostanzialmente recuperato il lavoro fatto dal centrodestra nei cinque anni precedenti», dicono Pierluigi Mannino (FdI), Roberto Mura (Alleanza Sardegna) e Alessandra Zedda (Lega). La sottolineatura porta al secondo postulato: «Le parti stralciate rispetto alla nostra versione di Puc sono peggiorative per lo sviluppo della città, mentre le poche novità introdotte spezzettano la programmazione: l’esatto contrario della visione organica che il Puc dovrebbe avere».

Residenti e pendolari

Il nuovo Piano urbanistico mette mano alla gestione dei parcheggi, una delle grandi emergenze cagliaritane. Il grimaldello è una visione che punta a concentrare le macchine dei pendolari nelle aree di scambio, individuate vicino alle fermate della metropolitana leggera o agli ospedali. Quindi Terramaini, San Paolo, Sant’Elia, zona stazione e vie Jenner-Peretti. «Una lotta senza quartiere al trasporto privato e, di conseguenza, alla libertà di scelta – osserva Mannino –. La maggioranza vuole parcheggi in periferia e centri urbani off limits per i non residenti. Non mi aspetto grandi cose da quest’ultimo intervento marcatamente di centrosinistra, ma spero di essere smentito». Il capogruppo di FdI dice ancora: «Non vedo all’orizzonte nulla di originale e rivoluzionario e mi preoccupa che la coalizione di governo abbia corretto il nostro Puc già pronto senza una vera idea del come Cagliari dovrebbe crescere e cambiare nel tempo. Sembra prevalere un’impostazione che tende ad uniformare piuttosto che a esaltare le peculiarità».

Il master plan

Mura pone la questione di via Roma, una riqualificazione milionaria per via di un tunnel che nel nuovo Puc sembra destinato a sparire. «Non si può continuare a rimandare una risposta chiara su un’opera strategica, da cui dipende la realizzazione coerente e funzionale della tanto attesa piazza sul mare – sottolinea il consigliere –. Serve una scelta netta, che concili le esigenze di mobilità con l’ambizione di restituire a Cagliari un nuovo fronte urbano aperto, vivibile e accessibile». Mura esprime dubbi anche sull’adeguamento del Puc al Ppr: «Lo si vuole fare a distanza di vent’anni, dopo che il ritardo ha minato lo sviluppo strategico della città. Ma è paradossale voler raggiungere l’obiettivo proprio adesso che la stessa Regione ha paventato correttivi al Piano paesaggistico per adeguarlo alle nuove sfide dei tempi». Mura rimprovera a Zedda e alleati l’aver usato questo primo anno per «ritoccare il Puc fatto da altri e intestarselo, ma senza costruire una prospettiva che tenga conto delle specificità locali».

«Le deroghe»

L’acronimo è Piru, Programmi integrati per il riordino urbano. Alessandra Zedda allunga la bacchetta convintamente: «Dall’ex Cariplo alla Fiera, da via Vesalio a Pirri, la maggioranza ha fatto ricorso a una legge regionale per avere le mani libere nella programmazione, di fatto aggirando il Puc. Non possiamo accettare che questo sia il metodo per governare al meglio una città, quando poi si fa propaganda sulla necessità di regole certe, bollandole come il viatico per attrarre investimenti».

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