Energia

Pale eoliche sulla rotta dei tonni 

Carloforte, via libera del ministero all’Ambiente, ma non c’è l’ok della Cultura 

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C’è il primo via libera. La commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale, organo operativo del Mase, ha dato parere positivo al progetto della Ichnusa Wind Power per la realizzazione di una gigantesco parco eolico offshore davanti alle coste della Sardegna sud occidentale: 42 pale alte più di 300 metri che potrebbero occupare un immenso specchio di mare al largo del Sulcis Iglesiente, tra Portoscuso e Nebida. Per capire: la concessione demaniale per la “sola” centrale con le turbine – oltre a un breve tratto di cavo sottomarino – era stata presentata per oltre due milioni e mezzo di metri quadrati. Manca ancora il parere del ministero della Cultura. Se dovesse essere in linea con quello della commissione, il decreto di autorizzazione sarebbe scontato. In caso contrario, visto il contrasto tra dicasteri, la decisione finale passerebbe alla presidenza del Consiglio dei ministri.

L’audizione

Il sito del Mase (ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica) era stato aggiornato di recente. Per la procedura dell’eolico flottante proposto dalla Ichnusa Wind Power (Srl che si porta in pancia il volere dei colossi Copenaghen Infrastructure Partners (Cip) e Green It, ossia Eni e Cassa depositi e prestiti) la dicitura riportava: «Parere Ctvia emesso, in attesa del parere del Mic». Il provvedimento c’era, ma non se ne conosceva il contenuto. Il “dettaglio” della benedizione emerge dagli atti della Camera, dove nei giorni scorsi sono stati auditi i rappresentanti dell’associazione delle energie rinnovabili offshore, davanti alle commissioni Ambiente e Attività produttive riunite. I parlamentari sono al lavoro sul decreto legislativo che deve adeguare la normativa italiana alla più recente direttiva Ue in tema di energia, che spinge gli Stati – ancora di più – verso le rinnovabili. E i suggerimenti di chi riunisce le società che lavorano sull’eolico in mare sono tenuti in gran conto.

Il parere

Nel documento depositato dal presidente dell’associazione, Fulvio Mamone Capria, c’è un resoconto sulle autorizzazioni richieste e concesse per le pale a mare. Con aggiornamento a ottobre risultano quattro impianti autorizzati tra Sicilia, Emilia Romagna e Puglia, per altri due (in Puglia) si attende il pronunciamento della presidenza del Consiglio dei ministri, ulteriori quattro (tre ancora in Puglia e uno nel Lazio) stanno per arrivare al vaglio della commissione tecnica del Mase. Poi c’è il parco del Sulcis-Iglesiente, quello contestato (tra gli altri motivi) perché andrebbe a impattare sulle rotte del tonno. In attesa del parere del Mic, scrivono gli sponsor dell’eolico in mare, c’è da sottolineare che «in Italia ci sono 130 progetti, per un totale circa 80,5 GW, che hanno fatto richiesta di connessione alla rete di Terna. Di questi 130, solo 75 hanno accettato i preventivi di connessione». E ancora: «Di questi 75, 26 progetti hanno avviato l’iter di Via».

La visibilità

All’orizzonte della Sardegna, con l’ipotesi di un’isola circondata da turbine galleggianti, il piano di Ichnusa Wind Power è quello in stato più avanzato. Fino al 22 ottobre sono state condotte indagini sottomarine in vista della sua costruzione. «La visibilità dalla costa, vista la distanza di 36 chilometri sarà minima», assicurano i progettisti. Poi ci sono le fotosimulazioni, che sembrano rappresentare altro.

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