Resistere all’invasione eolica e agrivoltaica che minaccia le terre del Montiferru e Alto Campidano, tutelare l’agroecologia, salvaguardare le attività dei contadini e allevatori per proporre un modello di sviluppo compatibile con le risorse locali. Questi i principi su cui punta il Centro internazionale Crocevia, Centro Buddista Italiano e il comitato S’Arrieddu di Narbolia, che si batte da tempo contro le invasioni di multinazionali che vogliono speculare sull’energia del vento e del sole.
Stamane alle 9 si ritroveranno al centro Polivalente Peppino Pippia con agricoltori del Montiferru, Campidano, Nuoro, Ogliastra e del Sassarese per la difesa della Sovranità Alimentare, dell’agroecologia e dell’agricoltura contadina. Si discuterà, analizzerà e verrà proposta un’agricoltura che parta dal basso, che «tenga conto e valorizzi le specificità del territorio, rafforzando le attività contadine e quelle zootecniche, lontano dall’agroindustria e dai rapaci imprenditori delle energie rinnovabili», spiega Pietro Porcedda del comitato S’Arrieddu.
L’incontro è l’unica tappa in Sardegna di “Carovana Contadina per la Sovranità Alimentare”, il viaggio attraverso l’Italia rurale che resiste. Centinaia di ettari nel Montiferru e Alto Campidano sono sotto la minaccia dei progetti di parco eolico tra Seneghe e Narbolia e dell’impianto agrivoltaico di Milis-Tramatza, che coinvolgono i paesi limitrofi: San Vero Milis, Solarussa e Zeddiani. Impianti che, se autorizzati, non porterebbero benefici a chi nelle campagne lavora e produce. Si discuterà per proporre «soluzioni agroecologiche per la salvaguardia della terra e del lavoro nel settore agricolo», precisano gli organizzatori.
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