Dovranno comparire martedì prossimo davanti alla giudice per le indagini preliminari Claudia Falchi Delitala per l’interrogatorio di garanzia, dopo essere finiti ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata al peculato per i soldi spesi dalla Conservatoria della coste della Sardegna. L’ex direttore dell’ente, Giampiero Sanna, è ritenuto dalla Procura il promotore della presunta attività criminale: avrebbe indirizzato finanziamenti e fondi pubblici a associazioni ritenute fittizie e riconducibili a prestanome, parenti e soggetti comunque a lui riconducibili.
Le difese
Già ieri mattina i difensori del presidente, finito ai domiciliari con altri due indagati, hanno fatto richiesta di copia degli atti dell’inchiesta, raccolti dalla sostituta procuratrice Rossana Allieri. Indagine che è ancora lontana dall’essere chiusa: gli investigatori della Guardia di Finanza stanno raccogliendo tutti gli elementi che dimostrerebbero come alcune delle associazioni che ricevevano i contribuiti pubblici fossero, in realtà, emanazione dello stesso direttore o di persone a lui vicinissime. A difendere Giampiero Sanna ci sono gli avvocati Pierluigi Concas e Mauro Trogu che, al momento, preferiscono la via del silenzio e lo studio degli atti. Non è dunque ancora chiaro se martedì il presidente si avvarrà della facoltà di non rispondere o si farà interrogare dal giudice che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare e il sequestro di beni per 3 milioni di euro. Oltra a Sanna, 64 anni nato a Sorgono ma residente a Sarroch, sono finiti ai domiciliari anche la sorella Maria Grazia, 59 anni (anche lei di Sorgono) e il dipendente del Comune Tiago Geissler Queiroz, 44enne brasiliano, rintracciato a Roma.
L’inchiesta
Stando alla ricostruzione degli investigatori, per circa quattro anni, il direttore dell’agenzia regionale e altre quattro persone avrebberno utilizzato i soldi dell’Ente per spese personali: viaggi all’estero, l’affitto di una villa a Capri, l’acquisto di quattro immobili (comprese due villette con giardino a Sarroch) e di abbigliamento e prodotti tecnologici. Un fiume di denaro, circa due milioni di euro, che sarebbero finiti in associazioni e soggetti privati riconducibili agli indagati. Per questo, accogliendo la richiesta della pm Allieri, la giudice ha anche disposto il sequestro preventivo per circa 3 milioni di euro di beni, così da evitare che l’intero patrimonio venisse eventualmente disperso.
Le accuse
Nominato dall’allora presidente della Regione, Christian Solinas, e rimasto in carica dal 2020 al 2024, Sanna sarebbe stato anche sospeso ieri dal Ministero dell’Agricoltura. Per la Procura sarebbe lui il promotore dell’associazione a delinquere, ma ai vari indagati vengono contestati anche il peculato, la sostituzione di persona, la falsità materiale e l’autoriciclaggio. A far scattare le indagini, coordinate dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Cagliari guidati dal colonnello Paolo Pettine, sono state la querela e le altre informazioni depositate dal commissario straordinario dell’Agenzia, Maria Elena Dessì (ora direttrice) subentrata a Sanna: sarebbe stata lei ad insospettirsi di tutte quelle assegnazioni di denaro sottosoglia (quasi tutte per la stessa cifra), tanto di scrivere alle varie associazioni per verificare se i progetti fossero stati realizzati. Da lì la scoperta che qualcosa non tornava. Circa due milioni di euro, destinati alla valorizzazione e alla conservazione del patrimonio costiero della Sardegna, sarebbero così finiti a tredici associazioni che, secondo le accuse, sarebbero state riconducibili allo stesso Sanna e rappresentate da prestanome o da anziani ignari di essere stati messi al timone di alcune no profit. Martedì gli interrogatori.
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