1934-2025

«Milano ti ama» La città in lacrime 

Mahmood: «Grazie per il tuo tempo» Le rose di Renato Zero e Mario Lavezzi 

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Ma io e te dove ci siamo conosciuti? «È sempre stata l’unica domanda che mi facevi a cui non si riusciva a dare una risposta. Grazie per l’affetto, le cene, gli insegnamenti e tutto il tempo che in questi anni mi hai regalato». Milano dice addio alla “sua” Ornella Vanoni e piange anche Mahmood che, cresciuto a Orosei, all’ombra della Madonnina, ha costruito la sua carriera. Nel quartiere di Brera dove viveva la conoscevano tutti e per tutti aveva sempre un sorriso. Il sindaco Beppe Sala ha proclamato per domaniil lutto cittadino e la ricorda come «una donna libera: Milano, la sua Milano, che l'ha sempre amata, non la dimenticherà».

La camera ardente

Impossibile dimenticarla dopo 91 anni passati nella stessa città dove è nata e ha iniziato a cantare e a fare teatro, dopo aver conosciuto Giorgio Strehler al Piccolo che la considera «una parte profonda» della sua storia e dove verrà allestita per due giorni la camera ardente. A Milano ha conosciuto ed è stata amica di artisti come Alda Merini e di politici come Bettino Craxi e soprattutto Brera, il quartiere storico della città un po’ chic e un po’ bohemien, è stato il centro della sua vita.

Le rose, gli addii

E lì verranno celebrati i funerali lunedì, nella chiesa di San Marco, ma già oggi sono stati diversi i personaggi del mondo dello spettacolo che sono arrivati per portare un fiore e un ultimo saluto, come il cantante Renato Zero. Un grande cesto di rose bianche lo ha lasciato il compositore e cantautore Mario Lavezzi, che aveva prodotto diversi album di Vanoni: «La sentivo tutti i giorni. Sono devastato». Ma sono molte anche le persone che non la conoscevano che hanno voluto portare un loro saluto. La senatrice a vita Liliana Segre ha omaggiato la sua amica con un biglietto. E l’ex sindaca Letizia Moratti: «Milano perde una delle sue figlie più brillanti. Ma la sua voce e il suo spirito indomito resteranno per sempre con noi». Anche l’Università Statale l'ha celebrata con una laurea in Musica, culture, media e performance che le è stata consegnata in una delle sue ultime uscite pubbliche.

Ma è a Brera, in Largo Treves, dove Vanoni abitava prima di trasferirsi in una casa a pochi minuti di distanza, che c'è la sua Milano. L'edicolante della piazza non ce la fa a parlarne, troppo forte la malinconia. Il suo vecchio portiere, invece, la ricorda come «una signora con la S maiuscola». Il titolare del negozio di frutta e verdura in via Solferino la conosceva da 40 anni: «Una donna straordinaria, simpatica e senza peli sulla lingua». il commesso della gastronomia ricorda che dava del tu a tutti: «Entrava, mi indicava e diceva “tu bello”». Uno dei negozi che adorava era una boutique d’abbigliamento dove la ricordano sempre accompagnata dal suo barboncino: «L’abbiamo sentita anche cantare, in camerino, come se scaldasse la voce».

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