Ha trascorso la notte a seguire le evoluzioni, in contatto con Washington e le capitali mediorientali. E così in tempo reale Giorgia Meloni ha ricevuto la «straordinaria notizia» dell’accordo su Gaza, per cui ha subito ringraziato il presidente degli Usa Donald Trump.
La Meloni si dice «commossa» dalle immagini dei festeggiamenti della popolazione a Gaza, per la fine di una crisi che «oggettivamente non era più sostenibile». «È un giorno storico», aggiunge sottolineando la «convergenza» internazionale sul piano di Trump e il lavoro dei mediatori, in particolare Qatar, Egitto e Turchia. E rivendica i suoi sforzi «silenziosi e costanti» per cercare «il dialogo con tutte le parti». Poi l’affondo: «La pace si costruisce lavorandoci e non limitandosi a sventolare bandiere». In attesa di vedere se e come verrà applicata la prima fase del piano, la postura tenuta su questo dossier, fa ritenere ai piani alti del governo che più avanti potrebbe venir chiesto all'Italia di essere parte del processo di pace. «Se ci verrà chiesto un contributo, siamo ovviamente pronti a stare in prima linea», avverte la premier.
In Italia si tira un sospiro di sollievo bipartisan. «Accogliamo con sollievo l’accordo sulla tregua», nota la leader del Pd Elly Schlein. «Ora serve che tutti lo rispettino e che si prosegua con tutti gli altri passi indispensabili per garantire la soluzione politica dei due popoli e due Stati, con il riconoscimento dello Stato di Palestina e la fine dell'occupazione illegale in Cisgiordania».
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