Berlino

Mattarella al Bundestag «Troppi Stranamore  apprezzano l’atomica» 

Il duro discorso del presidente davanti ai parlamentari tedeschi 

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Berlino. La guerra continua a uccidere dall’Ucraina a Gaza e ha «il volto dei bambini». Non smette di mietere civili: piovono bombe e droni su giovani, madri ed anziani. Questo è «inaccettabile. Va ribadito con risolutezza: la guerra di aggressione è un crimine».

Il discorso

Il Bundestag, il Parlamento tedesco, ascolta in silenzio il contundente intervento del presidente della Repubblica italiana, chiamato a celebrare il “Giorno del lutto” a 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Passano sotto la lente del presidente Sergio Mattarella tutti i mali di questi anni, l'autoritarismo, il ritorno dell'ultradestra, gli attacchi al multilateralismo, alle Nazioni Unite, alla Corte penale internazionale fino all'uso «cinico della fame» e delle violenze sessuali come condotta militare. Segnali alla Russia ed Israele, senza dimenticare gli orrori di Hamas, e fors'anche un richiamo a distanza a quanti in Italia stanno lavorando ad affievolire il sostegno a Kiev.

La minaccia

Il presidente sembra voler riportare nel dibattito politico un tema sottovalutato in Europa e in Italia: la minaccia nucleare. «Nuovi dottor Stranamore si affacciano all'orizzonte, con la pretesa che si debba amare la bomba», scandisce Mattarella scuotendo i parlamentari tedeschi. Una citazione d'impatto che non ha il tocco surreale del film di Kubrik che criticò ferocemente la corsa al riarmo nel 1964, in piena guerra fredda. No, siamo qui, oggi, in Europa e la piccola Cuba è lontana. «Nie wieder, mai più». È l'espressione - ricorda Mattarella - adottata nella comunità internazionale per condannare l'olocausto ebraico. A “Nie wieder” si contrappone oggi “wieder”, di nuovo. A questo assistiamo. Di nuovo guerra. Di nuovo razzismo. Di nuovo grandi disuguaglianze. Di nuovo violenza. Di nuovo aggressione. «Si odono dichiarazioni di altri Paesi su possibili ripensamenti del rifiuto dell'arma nucleare. Emerge, allora, il timore che ci si addentri in percorsi ad alto rischio, di avviarsi ad aprire una sorta di nuovo vaso di Pandora. Tutto questo viene agevolato dal diffondersi, sul piano internazionale, di un linguaggio perentorio, duramente assertivo, che rivendica supremazia». Senza pause si passa da Kiev a Gaza, da Washington a Mosca e, come se non bastasse, Mattarella snocciola altri conflitti dimenticati di questi anni che hanno infierito sui civili: dal Biafra ai Balcani, dal Ruanda alla Siria, fino al Sudan. In mezzo, motore e propellente, si inserisce la deriva autoritaria, il populismo negazionista, l'estremismo di destra.

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