Conti pubblici

Manovra, slitta l’approdo in Senato 

Leo: «Taglio Irpef più ampio nel 2026». Giorgetti: «Sull’oro norma-simbolo» 

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Una boccata d'ossigeno per le imprese che potranno contare sull'iperammortamento per tre anni, fino al 2028. La novità arriverà a breve nella manovra come annuncia, ad Atreju, il viceministro Maurizio Leo che si spinge anche a promettere per il prossimo anno un taglio dell'Irpef esteso ai redditi fino a 60mila euro. «Si stanno ottenendo le condizioni perché si possa fare», assicura.

Le novità

Tornando, però, alla legge di bilancio 2025 in discussione in Senato, sono diverse le novità che spuntano dagli emendamenti riformulati dal governo. Tra le altre la conferma dell'innalzamento, per le città metropolitane, a 120mila euro del tetto del valore catastale della prima casa che si può escludere dal calcolo dell'Isee. Ma anche una stretta sull'assegno di inclusione con il primo assegno dopo il rinnovo che viene dimezzato. Nella manovra dovrebbe entrare poi, come conferma il ministro Giancarlo Giorgetti, anche la misura sull'oro di Bankitalia «al popolo». Giorgetti, dal palco di Atreju, rivendica il lavoro e la battaglia portata avanti dalla maggioranza, FdI e Lega in primis, sulla questione. Una norma «simbolica», ma che, dopo vari aggiustamenti, ha assunto un valore politico, di principio per il centrodestra. E che, dopo un’ultima limatura potrebbe avere il primo ok domenica.

Il calendario

«La riformulazione è pronta - fa sapere il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan, primo firmatario dell'emendamento - e sarà votata domenica notte». Solo per allora, infatti si registreranno in commissione le prime votazioni sulla legge di bilancio il cui approdo in Aula al Senato slitta dunque decisamente rispetto all'iniziale ipotesi di lunedì 15. Sarà una capigruppo, martedì, a definire il nuovo calendario dei lavori. Ad ogni modo la parte più corposa delle modifiche è stata comunque messa nero su bianco nelle riformulazioni stilate dal governo che contengono in primis le coperture per le nuove misure. Il mantra del governo, ribadito dal ministro Giorgetti, resta, del resto, quello della salvaguardia dei conti pubblici. A costo anche, evidenzia il ministro di «scelte impopolari».

La polemica

A far discutere è, anche nella maggioranza, la stretta sulle risorse alle piccole emittenti locali con la contrarietà della Lega ma anche del Mimit. Dopo le polemiche per i tagli al settore del cinema, non rientrate neanche a seguito della riduzione della sforbiciata prevista negli emendamenti governativi alla manovra, un nuovo fronte si apre nel campo dell'audiovisivo. Arrivano, infatti, interventi che fanno scendere di 10 milioni annui le risorse destinate alla Rai e di 20 milioni annui quelle per le tv locali nel triennio a venire, provocando la reazione delle associazioni di settore.

Anche le imprese editoriali avvertono che gli stanziamenti per il comparto sono assolutamente insufficienti, ma il sottosegretario Alberto Barachini assicura che «c'è un impegno importante» a sostenere tutto il settore.

Le misure provocano anche qualche fibrillazione nella maggioranza, con uno smarcamento del ministero del Made in Italy, guidato da Adolfo Urso, che - fanno sapere fonti informate - ha espresso da sempre la propria ferma contrarietà alla proposta sulle tv locali, ritenendo il taglio «intollerabile».

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