La trasmissione

Malattie reumatologiche, percorsi di cura adeguati caso per caso 

La qualità della vita dei pazienti può essere gravemente limitata 

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Malattie reumatologiche. Per parlare di queste condizioni, particolarmente diffuse in Sardegna, non ci si può limitare solo all’impatto che hanno sulle articolazioni. Basti pensare, solo per citare alcuni esempi, alla sclerosi sistemica che interessa polmone e altri organi, non solo la cute, l’artrite reumatoide e le spondiloartriti. Alla fine i problemi possono riguardare distretti ben diversi dalle articolazioni. Un altro esempio? Pensate al Lupus ed ai rischi per il rene nella nefrite lupica, che può diventare sede di manifestazioni legate a questa patologia autoimmune, come del resto l’apparato respiratorio. Come ridurre i rischi? Fondamentale è arrivare presto con la diagnosi del quadro, senza perdere tempo, visto l’impatto che queste malattie possono avere sulla qualità della vita. Certo le terapie si fanno sempre più “intelligenti” e mirate. Ma vanno sempre indicate caso per caso, in base alle caratteristiche della malattia, con la massima appropriatezza. È un messaggio di attenzione e di speranza quello che viene dalla trasmissione “Speciale Ippocrate” dal titolo “Le malattie reumatologiche in Sardegna”, in programma su Videolina oggi alle 21:30. A condurre saranno Mariangela Lampis e Federico Mereta.

Per far comprendere come l’assistenza nell’isola stia migliorando grazie al lavoro di rete tra centri specialistici e territorio e soprattutto spiegare come stanno cambiando le cure di queste patologie ci saranno il professor Alberto Cauli, direttore della Unità di Reumatologia del Policlinico AOU-Università di Cagliari, Matteo Piga, reumatologo AOU-Università di Cagliari, e Valentina Ibba, reumatologa dell’ AOU di Cagliari.

Riconoscere presto queste patologie, particolarmente frequenti nell’isola, è il primo, fondamentale passo per un approccio ottimale. Soprattutto bisogna ricordare che non si tratta (solo) di “acciacchi” della terza età. «Le malattie reumatologiche infiammatorie e sistemiche colpiscono frequentemente i giovani ed in particolare le giovani donne in età fertile (tra i 20 e i 45 anni con un picco di incidenza ai 30 anni) – spiega Cauli». Purtroppo questi quadri, specie se non riconosciuti per tempo, non vanno ad intaccare in molti casi solo l’apparato locomotore. Ma possono comportare peggioramenti di condizioni preesistenti o generare essi stesse complicanze a carico di organi fondamentali, con un aggravamento delle condizioni generali. Per questo si parla di rischio elevato di “associazione” tra diversi quadri patologici. Il reumatologo, ovviamente, è lo specialista di riferimento, anche per le cure su misura. «La diagnosi precoce e il tempestivo intervento terapeutico anche grazie all’utilizzo di innovativi farmaci biologici sono in grado di limitare notevolmente e in alcuni casi annullare la progressione del danno, con conseguente miglioramento della qualità di vita e della sopravvivenza delle persone colpite», annota Cauli. «È fondamentale riuscire ad intervenire precocemente, senza ritardare la diagnosi e l’inizio della terapia». Basilare, quindi, è la presa in carico precoce ed efficiente dei pazienti. Perché quando si parla di malattie meno frequenti, così come di quadri ben più presenti nella popolazione come artrosi, osteoporosi e reumatismi extra-articolari come la fibromialgia, bisogna rispondere ai bisogni. «Grazie alle collaborazioni e alla rete territoriale oggi vediamo sempre miglioramenti nei percorsi assistenziali – conclude Alberto Cauli. – Certo occorre migliorare ancora. Ma siamo sulla buona strada per aiutare i malati».

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