Gonnosfanadiga.

Macine ferme nel paese delle olive 

Calo drammatico nella produzione, i titolari tengono chiuso il frantoio 

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Macine ferme, quest’anno, nel “paese dell’olio e delle olive”: la stagione olearia 2025 a Gonnosfanadiga segna un calo drammatico della produzione, costringendo i titolari del frantoio a una decisione difficile ma inevitabile. Maltempo, scarsa fioritura, siccità prolungata e sbalzi termici hanno compromesso la resa degli oliveti. Negli anni passati il frantoio generava un fatturato medio di circa 150mila euro a stagione, con cinque dipendenti e i tre soci impegnati quotidianamente tra lavorazione e assistenza ai produttori. Quest’anno, invece, l’attività avrebbe prodotto solo perdite.

«Non copriremmo i costi»

«Non avrebbe avuto senso montare l’impianto», spiega Sisinnio Foddi, uno dei proprietari: «Le giornate di lavoro sarebbero state circa trenta in tre mesi, troppo poche per coprire i costi. Solo l’avvio dell’impianto costa circa quattromila euro, senza contare le spese per i dipendenti. In queste condizioni non si può garantire nemmeno un olio di qualità».

Ricadute pesanti

La chiusura del frantoio rappresenta un disagio concreto per molti olivicoltori locali, costretti a spostarsi nei paesi vicini per trasformare il raccolto. «Non ho avuto molte olive – racconta Salvatore Mocci, olivicoltore di Gonnosfanadiga – ma ho dovuto comunque andare altrove, con costi aggiuntivi di carburante e tempo. È un grande disservizio per la nostra comunità e per un paese che si identifica proprio con l’olio e le olive». Le conseguenze economiche e sociali sono pesanti: otto persone, tra dipendenti e titolari, resteranno senza lavoro stagionale, perdendo quella fonte di reddito che tradizionalmente accompagnava l’autunno gonnesino.

«Poco olio ma buono»

Il sindaco Andrea Floris conferma le difficoltà del comparto ma invita a guardare al futuro con fiducia: «Quest’anno la produzione è crollata ma il poco olio disponibile sarà di grande qualità. Il tempo non ci ha aiutati, ma la Sagra dell’Olio si terrà ugualmente. È un appuntamento importante per la nostra identità e per promuovere ciò che di buono ancora abbiamo». La manifestazione si aprirà venerdì 14 novembre alle 18 per poi proseguire sabato 15 e domenica 16 dalle 9 alle 21: in programma degustazioni, incontri e momenti di valorizzazione delle eccellenze locali.

Nonostante le difficoltà, Gonnosfanadiga non rinuncia alla tradizione: la “Nera di Gonnos”, anche se in quantità ridotte, sarà protagonista della festa e continuerà a rappresentare il legame profondo tra la comunità, la terra e il suo olio, simbolo di identità e resilienza.

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