La protesta

L’ira dei farmacisti sardi, in 500 al sit-in di Cagliari: «Abbiamo stipendi da fame» 

Battaglia sul rinnovo del contratto I sindacati: pronti allo sciopero 

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Il grido «contratto, contratto» è risuonato per tutta via Roma. Quasi 500 camici bianchi delle farmacie sarde ieri a Cagliari hanno protestato sotto il Consiglio regionale, contro il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale. Il sit-in è stato promosso da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs dopo che Federfarma ha interrotto unilateralmente le trattative nazionali iniziate un anno fa.

L’inflazione

L’associazione ha proposto 120 euro di aumento degli stipendi dei farmacisti e dei collaboratori, ai quali però non va per niente bene. Chiedono che l’aumento sia più cospicuo per far fronte al caro vita. Il contratto è scaduto un anno e mezzo fa. «I lavoratori sono stanchi di aspettare un riconoscimento economico e normativo adeguato», dice Nella Milazzo, segretaria generale Filcams Cgil Sardegna, «sono professionisti che ogni giorno sono sul campo per fornire un servizio a tutta la comunità. Non ci sono però solo i farmacisti col camice bianco. Nelle farmacie lavorano anche magazzinieri e commessi e quindi c’è una quantità non indifferente di persone che aspettano oramai da troppo tempo il rinnovo del contratto. Gli stipendi sono gli stessi da quattro anni, nel mentre l’inflazione in questi ultimi anni è aumentata. Il rinnovo contrattuale con l'aumento salariale è importante anche come riconoscimento del ruolo fondamentale di questi lavoratori».

Il riconoscimento

Anche per la Fisacat Cisl l’aumento proposto da Federfarma non può essere accettato. «Con l’inflazione che è cresciuta in questi ultimi anni, gli stipendi sono rimasti fermi», denuncia Monica Porcedda, segretaria regionale, «le lavoratrici e i lavoratori delle farmacie private hanno diritto ad avere un tenore di vita dignitoso, sono dei professionisti, persone che hanno studiato e si sono specializzate. Fanno turni anche di notte e i giorni festivi, somministrano anche farmaci salvavita. Il loro ruolo deve essere valorizzato».

Servizio alla comunità

La sindacalista poi racconta di un episodio avvenuto pochi giorni prima dello sciopero di ieri: «Una farmacia ha fatto una contestazione formale ai lavoratori, nostri iscritti recenti, che hanno deciso di essere qui oggi. Non possiamo accettarlo e saremo al loro fianco per tutelarli». E per quanto riguarda la trattativa interrotta da Federfarma, «se questa non si siede nuovamente al tavolo, faremo uno sciopero nazionale». Cristiano Ardau, segretario generale Uiltucs Sardegna, aggiunge: «Abbiamo chiesto 360 euro di aumento, Federfarma non accetta dicendo che non c’è sostenibilità economica da parte delle farmacie. Dice che sono attività che non possono permettersi l’aumento salariale per i dipendenti. Non ci stiamo. Il contratto nazionale non serve solo a dare dignità ai lavoratori dinnanzi all’aumento del carovita, ma è anche una questione di riconoscimento professionale di persone che oggi svolgono sempre di più delle attività articolate, come nella cosiddetta “farmacia dei servizi”, dove fanno anche elettrocardiogrammi, esami del sangue e via dicendo». Una delegazione di sindacati e farmacisti è stata poi ricevuta dal presidente del Consiglio regionale Piero Comandini e dalla presidente della Commissione Salute Carla Fundoni, che hanno rassicurato: «La vostra vertenza è anche la nostra».

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