Lanusei.

L’inventore della serra accanto 

Salvatore Tegas: dall’albero della vita a una barca che raccoglie la plastica 

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Eccentrico, geniale, creativo. Un Doc Brown in salsa lanuseina. Tecnico elettronico autodidatta, nello spazio sacro del suo laboratorio sperimenta idee all’avanguardia da oltre quarant’anni. Salvatore Tegas, classe 1964 di Lanusei, da bambino smonta e rimonta qualsiasi giocattolo gli capiti fra le mani e costruisce i suoi primi circuiti elettrici. Da ragazzino la mattina è sui banchi del liceo scientifico, la sera lavora gratis in un laboratorio di elettronica, è tecnico di cinque radio, ripara tv e si occupa di impianti di antenne.

Albero della vita

«Ho sempre avuto questa passione. Da piccolino mi ricordo di essermi chiuso nella mia stanza per progettare e disegnare una stazione spaziale, un lavoro lungo e dettagliato. Il mio desiderio è sempre stato quello di scoprire cosa si nascondesse dietro un oggetto, capirne il funzionamento», racconta. Sullo sfondo film di fantascienza e una fissa: cercare di vedere quello che gli altri non vedono, cambiare il punto di vista. La sua prima invenzione risale al 1986, quando realizza un dispositivo di sicurezza per serrande, per il quale riceve il brevetto di utilità. Nel 2014, di rientro da una vacanza a Singapore, nasce un’idea: l’albero della vita. «Guardavo dal finestrino dell’aereo, nella zona degli Emirati Arabi dove c’erano le fiammelle con i pozzi di petrolio – ricorda Salvatore – e mi sono chiesto come si potesse vivere in quella situazione o in altre situazioni di emergenza. Così ho pensato di realizzare un albero d’acciaio alto 7 metri che funzionasse come una persona, in base all’energia che accumulava». Con questo progetto partecipa per tre volte al Ces di Las Vegas, insieme ad altri due inventori sardi.

Intolleranza

Qualche anno dopo, l’idea parte dalla sua intolleranza al lattosio. Si pone l’obiettivo di produrre del cibo privo di pesticidi o altre sostanze dannose. È il 2018 quando nel suo famoso laboratorio comincia a progettare una serra idroponica, ovvero una struttura protetta e controllata che permette di coltivare piante senza l’uso del terreno. Una soluzione innovativa, unico prototipo in Sardegna. «Ho iniziato a studiarla – spiega -, a capire quali nutrimenti usare e che tipo di serra idroponica costruire nel giardino di casa mia: ho scelto una serra NFT, un sistema dove all’interno del canale scorre un film d’acqua, ossigenata e ozonizzata, in cui le radici si poggiano e bevono, il tutto ad una temperatura costante di 22 gradi. In sottofondo una musica rilassante a 432 Hz». La serra, di 30 metri quadri, è in funzione dal 2024 e al suo interno Salvatore ha provato a coltivare di tutto. «Il mio sogno, uno fra tanti, sarebbe costruire una serra di tremila metri quadri in modo che tutti possano andare a a mangiare quel tipo di verdura, il gusto è spettacolare», conclude. Nel frattempo nel laboratorio lavora ad un altro progetto: una barca che raccoglie plastica in completa autonomia.

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