Polemica.

L’ambasciata russa: «Italia ucrainizzata» 

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ROMA. L’ambasciata russa ha stigmatizzato la presunta “ucrainizzazione della politica italiana col tacito consenso e, di fatto, la complicità delle autorità”. La frase è contenuta in un post social riferito a quanto accaduto lunedì nel corso di un convegno organizzato all'università Federico II di Napoli e contestato da studenti e attivisti pro-Ucraina: questi ultimi hanno denunciato di essere stati aggrediti e ora invocano l'intervento del governo. “Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai cittadini italiani che sono oggi vittime dei nazisti ucraini e dei politici italiani irresponsabili che li assecondano”, il messaggio pubblicato su Facebook dall'ambasciata di Mosca.

Indignata la reazione degli attivisti pro-Ucraina di Ora!, Azione, +Europa, Radicali italiani e Liberi oltre le illusioni Aps, protagonisti del flashmob di contestazione contro il convegno, intitolato “Russofilia russofobia verità”, promosso da una sezione dell’Anpi di Napoli e “non condiviso” dalla segreteria nazionale dell'Anpi, che ora respinge le «calunnie» e chiede di «abbassare i toni».

Tra i contestatori, a Napoli c'era anche Matteo Hallissey, presidente di Radicali e +Europa: «Volevamo domandare al professor D'Orsi cosa ci faceva due mesi fa a Mosca ad applaudire Putin alla cerimonia per i 20 anni di Russia Today», spiega, rimarcando il «fastidio di qualche nostalgico per le domande alle quali non si vorrebbe dover rispondere».

Il post dell’ambasciata russa ha provocato la dura replica del leader di Azione Carlo Calenda: «Questi buffoni, rappresentanti di un regime fascista, imperialista e assassino, si lagnano per una contestazione pacifica». Il deputato Benedetto Della Vedova, di +Europa, annuncia un'interrogazione al ministro degli Esteri, Antonio Tajani: «Il Governo ha il dovere di intervenire per difende le nostre istituzioni e il nostro Paese da attacchi che somigliano più ad intimidazioni e ad azioni di guerra ibrida che alla solita propaganda mal confezionata».

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