Il report.

L’agroalimentare vola al 15% del Pil, ma nel 2026 farà i conti coi dazi 

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Il settore agroalimentare si conferma un motore inarrestabile per l'economia nazionale. Secondo il Rapporto Agroalimentare Ismea 2025, l'intera filiera dal campo alla tavola vale il 15% del Pil, dimostrando una notevole resilienza agli choc economici di questi ultimi anni.

Un settore dai risvolti commerciali importanti, con un export di poco meno di 70 miliardi a fine 2024, che da agosto ha subito i dazi da parte degli Usa ma che risulta meno colpito rispetto a quello di altri Paesi. Anche se il consuntivo sull'effetto tariffe potrà essere formulato solo da metà del 2026. Tanti i dati contenuti nel rapporto che, analizzando il settore sotto l'aspetto macroeconomico, ne consolidano la leadership. Tutto questo a pochi giorni dalla proclamazione in caso positivo della cucina italiana a patrimonio dell'Unesco, il cui esito è previsto per il 10 dicembre prossimo. In particolare, emerge dal Rapporto Ismea, l'Italia è il primo Paese in Ue per valore aggiunto agricolo con 44,4 miliardi di euro e terzo per quello dell'industria alimentare, dietro Germania e Francia, con 38 miliardi di euro. Il reddito agricolo ha una crescita tra le più alte in Europa: +9,2% nel 2024 contro una media Ue dello 0,7%. Vanta poi la leadership mondiale dei prodotti Dop e Igp, con circa 900 registrazioni. In aumento anche l'occupazione agricola, con circa 1 milione di addetti, +0,7% sul 2023.

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