Mentre tutto diventa digitale, c’è ancora chi sceglie di rallentare. Nella cornice musicale del Fabrik, ieri, il fruscio dei vinili ha coperto per un’intera giornata il rumore incessante degli scroll sullo schermo. La Fiera della Musica ha riunito collezionisti, negozianti e appassionati da tutta la Sardegna: quattro espositori che hanno mostrato la loro passione, non un file. A guidare questa piccola rivoluzione romantica c’era l’associazione Discobolo Sardo, con Marco Ribaudo di Nuoro, Massimiliano Porta di Oristano, Bruno Scatena di Cagliari e Salvatore Gioia di Quartucciu.
Tra i banchi copertine storiche e ristampe recenti: Led Zeppelin, De André, rap old e new school, metal. «Ognuno di noi porta pezzi diversi – spiega Ribaudo, negoziante di Nuoro – dalle ristampe alle magliette».Ribaudo parla da custode di una cultura che rischia di scomparire. «In Sardegna siamo rimasti in cinque con un negozio fisico. Molti vorrebbero comprare vinili ma non hanno un negozio nella propria città, per questo giriamo l’isola. È una missione sociale – racconta -. Per anni il mercato del fisico è andato in crisi, ma oggi stiamo vivendo un ritorno romantico: ci si accorge di non avere niente di concreto, e si torna al disco che puoi toccare, ascoltare, vivere».Il progetto non si ferma: l’obiettivo è rendere l’iniziativa semestrale nelle principali città dell’isola. «Quella di ieri è stata la prima al Fabrik, ma non l’ultima» promette. «La prossima sarà a Olbia, poi Sassari e Dorgali. Ovunque c’è qualcuno disposto a coltivare una passione vera».
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