Era passato in sordina. Non fosse altro che sul Piano regionale dei trasporti c’è stata, tecnicamente, un’adozione. Ovvero, l’avvio di lungo percorso scandito dalla legge 21 del 2005. Ma adesso sul documento programmatorio, passato in Giunta il 7 agosto, si sono accesi i fari e la battaglia. Tutto ruota intorno alla primogenitura di queste quattrocento pagine che disegnano gli attuali scenari della «perifericità trasportistica» e individuano gli investimenti per far uscire la Sardegna dall’isolamento. Nel Piano, online sul sito della Regione, sono menzionati i dg del centrodestra che hanno lavorato dal 2020 al 2024. «Ma nei comunicati ufficiali il Campo largo si è preso tutti i meriti». Da qui lo scontro.
Primi affondi
Il fuoco alle polveri l’hanno dato in due: l’ex assessore Antonio Moro e il capogruppo dei Riformatori, Aldo Salaris. Hanno replicano Barbara Manca, l’attuale titolare della delega ai Trasporti, e il presidente della commissione in Consiglio, Roberto Li Gioi. Moro è perentorio: «Questa maggioranza vuole mettere il cappello su tutto, svelando la propria debolezza. Chi è sicuro del proprio operato, al contrario, riconosce i meriti dei predecessori, visto che le scelte strategiche sono un percorso». Per Moro, «la programmazione potrà sortire i propri effetti solo se sarà integrata con Piano della portualità, mobilità verso ospedali e punti di erogazione della salute, ma anche con l’immenso patrimonio archeologico della Sardegna». Moro, presidente del Psd’Az, fa poi riferimento «all’accordo del 2022 che il centrodestra stipulò con ministero dei Trasporti, Anas e Rfi: è il documento cardine di questo Piano e poggia qui la futura infrastrutturazione ferroviaria e stradale della nostra Isola».
I riferimenti
È Salaris a rincarare la dose sulla primogenitura del Prt: «Trovo paradossale che la presidente Todde presenti come una “svolta epocale” un Piano dei trasporti che in realtà è stato costruito quasi interamente dalla precedente Giunta, di cui ho fatto parte. La delibera che ha dato avvio al procedimento risale al 2020, con la Giunta Solinas, e fu l’assessorato ai Trasporti a guidare la stesura, con l’impegno costante della Direzione generale, allora diretta da Gabriella Massidda». Anche Salaris torna «sul protocollo d’intesa del 2022, il risultato di anni di lavoro in cui il futuro dell’Isola è stato disegnato insieme a Ministero, Rfi e Anas».
Botta e risposta
Per Salaris, vicepresidente del Consiglio, «non c’è alcuna “fine di decenni di assenza di pianificazione strategica”, come afferma la presidente. La Giunta Solinas ha voluto questa pianificazione dopo che dal 1993 la Sardegna era rimasta senza uno strumento aggiornato. I treni a idrogeno sono un altro grande risultato targato centrodestra».
Li Gioi non guarda alla protesta dell’opposizione: «L’evidente e decisiva accelerazione impressa da questa Giunta ha finalmente consentito la redazione di uno strumento strategico che proietta la Sardegna nei prossimi quindici-vent’anni. È una visione che rispecchia pienamente il modus operandi dell’Esecutivo che in tutte le sue azioni guarda conferma la volontà di garantire ai sardi un futuro migliore».
L’assessora
Manca non ci gira intorno: «Quando ci siamo insediati, abbiamo trovato la Sardegna con un Piano regionale dei trasporti risalente a circa trentuno anni prima. Oggi non abbiamo ancora un Prt, ma in questa direzione è stato fatto un importante passo avanti con l'adozione in Giunta dello schema preliminare. Nel tempo – dice l’assessora – sarebbe bastato poco per dare ai sardi un documento strategico in materia, ma si è preferito condannare l’Isola a procedere con politiche e interventi slegati e improvvisati, di cui paghiamo ancora le conseguenze. Il documento adottato non è la versione definitiva, ma uno step fondamentale per costruirla». E ancora: «Abbiamo ripreso un lavoro iniziato da chi ci ha preceduto, ma mai approdato in Giunta, mantenendo le strategie che ci convincevano e aggiornando quelle fondamentali per il futuro, in primis la riforma del trasporto pubblico locale, non attuata nel 2019, e la continuità marittima, ridotta oggi a poche linee, alcune stagionali. Puntiamo anche sullo sviluppo delle ferrovie, con la Abbasanta-Nuoro-Olbia. Saremo i primi a dare merito a tutti coloro che daranno un contributo: cittadini, associazioni, imprese, università e parti politiche di qualsiasi colore. Dopo trent’anni di ritardi, ai sardi interessa questo».
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