Il progetto

La nuova vita del vecchio Marino  

Addio all’ex ospedale, sul lungomare di Cagliari nascerà un albergo di lusso 

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«Non è solo un progetto di riqualificazione, ma un intervento di rinascita civile e ambientale, capace di riportare vita, bellezza e dignità a un luogo dove per troppo tempo hanno prevalso degrado e abbandono». È Rosanna Laconi, l’assessora sarda all’Ambiente, a consegnare a nome della Giunta Todde l’ultimo atto amministrativo del vecchio ospedale Marino a Cagliari, «il rudere» sul mare pronto a «diventare un hotel di lusso immerso nella natura». La Regione ha concluso il procedimento di valutazione ambientale. Manca solo la presa d’atto del Comune.

L’intervento

All’ottava fermata del Poetto, come la chiamano i cagliaritani, l’ex ospedale lascerà il posto a 127 posti letto a cinque stelle, disegnati «secondo criteri di minimo impatto e piena reversibilità, nel pieno rispetto del delicato ecosistema costiero», ma anche delle «aree protette di Molentargius e delle Saline. L’obiettivo – continua l’assessora – è assicurare un equilibrio duraturo tra salvaguardia dell’ambiente, sviluppo sostenibile e memoria storica». Nella delibera sono indicati tutti gli enti che hanno esaminato le carte progettuali: si va dal Servizio tutela del paesaggio Sardegna Meridionale a quello di Pianificazione paesaggistica e urbanistica della Regione, così come l’Ispettorato ripartimentale del Corpo forestale e lo Sportello unico Suape del Comune di Cagliari. «Un lungo percorso amministrativo che permetterà di restituire al Poetto un luogo simbolo della città», facendo «rinascere uno dei suoi edifici più emblematici», ha sottolineato ancora l’esponente dem della Giunta.

Dal passato al futuro

Effettivamente c’è molta storia dietro questa riqualificazione da 12 milioni di euro. È stato un bando pubblico di gennaio 2021 a stabilire regole e criteri del rilancio: lo vinse la Colonia Hotel srl, società che fa riferimento all’imprenditore Sergio Zuncheddu, editore del Gruppo L’Unione Sarda. Le date aiutano a ricostruire il contesto: la politica sarda ha impiegato oltre trent’anni anni dalla chiusura definitiva dell’ospedale per decidere il nuovo futuro del Marino. Sono i primi anni Ottanta quando medici e pazienti cominciano a essere spostati nel palazzone dell’ex Esit, a poca distanza. Il trasferimento di servizi e uffici si completa più o meno in un decennio, lasciando vuoto quell’edificio a due piani che dalle riprese aeree sembra una mezza luna sulla spiaggia. La forma gliela diede l’architetto cagliaritano Ubaldo Badas a partire dal 1937. Nasceva l’ex Colonia Dux per l’infanzia, dove il posto d’onore era riservato ai bambini poveri e malaticci. Lo iodio contro le tubercolosi soprattutto. Dopo la Seconda guerra mondiale la conversione in ospedale, per la cura in riva al mare di traumi e fratture. Poi l’abbandono, intervallato solo da qualche sporadica intuizione. Una lunghissima paralisi amministrativa ormai alle spalle.

I lavori

Nella deliberazione dell’8 ottobre scorso si trovano i dettagli su come e dove entreranno in azione operai e ruspe. «L’edificio principale verrà recuperato insieme ai corpi annessi», cioè «l’ex Pronto soccorso, il fabbricato degli ex servizi ospedalieri e l’ex deposito di liquidi infiammabili». Si riqualificherà dentro ma anche fuori, con «interventi di ingegneria naturalistica per la stabilizzazione del sistema dunale, la piantumazione di specie autoctone e la rimozione delle superfici asfaltate», in modo «da restituire continuità ecologica e armonia paesaggistica a uno dei tratti di costa più amati e delicati della Sardegna». E non potrà essere un cantiere come gli altri, quello del Marino: la Colonia Hotel avrà, tra gli altri obblighi, quello di «mantenere aggiornato un Registro delle acque sotterranee», è scritto nel documento della Regione. Tra mare e saline tutti dovranno vigilare. Dal Comune alla Città metropolitana. Dalla Asl 8 all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpas).

Il canone

Proprio alle casse pubbliche sono destinati i soldi della Colonia Hotel srl che il 30 novembre del 2021 si è aggiudicata la concessione demaniale per vent’anni. L’avviso della Regione fissava l’importo base del canone annuale in 418.797,60 euro e stabiliva che la maggiorazione fosse uno dei parametri su cui si fondava la valutazione delle offerte. La società ha messo nero su bianco l’aumento più alto, pari al 1.200%.

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