Sono arrivate più di duecento persone, ieri pomeriggio a Iglesias, per dire no al progetto di installazione di pale eoliche previsto tra il mare di Buggerru, Iglesias e Carloforte. L’incontro, promosso dai comitati locali contro l’invasione eolica, ha visto gli interventi di esperti, giornalisti e rappresentanti della società civile, tra cui il giornalista Mauro Pili, la presidente della sezione Isde (Medici per l’ambiente), Claudia Zuncheddu, e il medico Isde Paolo Porcella.
Pili ha preso parola per primo, denunciando un attacco al Sulcis Iglesiente: «Coloro che hanno devastato questo territorio si stanno riaffacciando; trovano un territorio che non sa reagire rispetto a quanto la storia ci ha insegnato». Pili ha inoltre criticato la gestione delle bonifiche: «I soldi delle bonifiche sono stati la grande mangiatoia di pochi. Chiedo un sussulto degli amministratori contro questo scempio». Il giornalista ha poi lanciato un appello alla nuova Provincia del Sulcis Iglesiente: «Non chiuda gli occhi. Il progetto delle pale eoliche segue la logica del “qui si concede tutto”».Ha preso poi parola Claudia Zuncheddu, che ha sottolineato i rischi per la salute e l’ambiente: «L’energia eolica, se mal gestita, produce impatti ambientali e sanitari significativi, dall’inquinamento acustico ai danni agli ecosistemi». La specialista ha anche messo in guardia sul problema dello smaltimento delle pale eoliche: «Non esiste un codice univoco per il loro riciclo, in Ogliastra ne abbiamo avuto la prova». Paolo Porcella ha concluso evidenziando l’importanza del coinvolgimento delle nuove generazioni.
Diversi gli interventi degli esponenti di vari comitati. Davide Fadda, presidente del Presidio permanente del popolo sardo, ha definito la mobilitazione come una risposta alla pressione dei centri di potere europei e nazionali: «La cosiddetta transizione green è solo economica. – ha detto – Dobbiamo dare un obiettivo di salvezza alla Sardegna». Giuliano Marongiu ha sottolineato che «questa non è una battaglia di destra né di sinistra, ma una battaglia contro chi vuole speculare sulla nostra terra».
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