Arte e ambiente

La musica rianima una sperduta grotta 

Nel Monte Arci due ex Litfiba e un filosofo creano una canzone 

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Niente telefoni né contatti esterni. Per una giornata ci saranno solo il fascino di una grotta, l’arte di due musicisti e il pensiero di un filosofo. E al tramonto la traccia musicale, nata dallo studio dei movimenti geologici, composta ed eseguita sul Monte Arci. Il territorio di Masullas, domani farà da cornice a una “residenza artistica estrema”: i fondatori dei Litfiba Gianni Maroccolo e Antonio Aiazzi, e il filosofo Telmo Pievani abiteranno per tutto il giorno in una spelonca. Un esperimento tra scienza, musica e innovazione sociale che all’imbrunire regalerà la prima assoluta di “Alkapeca”, la traccia musicale nata in uno scenario unico.

Il progetto

La residenza estrema sul Monte Arci è la terza tappa del progetto “Residenze di ricerca”, curato da Nabui, società benefit con il sostegno del Comune di Masullas e della Fondazione Parte Montis. Un’iniziativa che fa del piccolo centro della Marmilla un vero laboratorio di ricerca e rinascita culturale per creare un modello di “borgo del futuro”. Ed è così che Masullas apre le proprie porte a antropologi, designer, artisti e innovatori sociali che studiano e interpretano il ricco patrimonio materiale e immateriale della comunità. «Che il nostro territorio abbia ispirato artisti e pensatori di questo livello è un privilegio – sostiene Ennio Vacca, sindaco di Masullas e presidente della Fondazione Parte Montis - Alkapeca è un lavoro artistico eccezionale, ma è anche un risultato concreto del lavoro immateriale che stiamo portando avanti a Masullas per rafforzare il legame tra i luoghi e la produzione culturale». Anche Tomaso Ledda, che insieme a Roberta Falcone è uno degli ideatori della performance e fondatore di Nabui sottolinea: «Masullas dimostra come i piccoli centri non sono solo luoghi da visitare, o peggio da salvare, ma posti da abitare creativamente».

L’idea

La performance rivoluzionaria nasce da un progetto che si focalizza sull’aspetto geologico del territorio di Masullas e della Sardegna. E da qui si parte per un viaggio sonoro e concettuale. «Il nome Alkapeca deriva dalla microzolla continentale che circa 40 milioni di anni fa si staccò dal margine africano dando origine ai movimenti geologici che hanno formato la Sardegna e l’attuale Mediterraneo», fanno sapere gli ideatori. Da questa suggestione prende forma il racconto di «una terra in movimento che diventa metafora di trasformazione, distacco e rinascita». Il filosofo Pievani aggiunge: «Arte, scienza, musica e narrazione scientifica hanno in comune l’inquietudine e l’emozione di sentirsi parte di un pianeta che esisterà anche quando la specie umana non ci sarà più. Sentirsi parte di questa storia deve lasciarci un senso di gratitudine per averla potuta ammirare e cantare, almeno per un po’». L’esibizione, eseguita in collaborazione con il Conservatorio statale di musica “Pietro Mascagni” con gli allievi Cecilia Bianchi, Samuele Campera, Zoe Lardaro, Fabio Lucchesi, Andrea Musio, sarà trasmessa in diretta streaming al GeoMuseo MonteArci di Masullas domani alle 16. Subito dopo i tre protagonisti terranno una lectio magistralis dedicata ai temi alla base dell’opera.

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