In Sardegna circa un terzo dell’acqua che arriva con le piogge si perde per evaporazione. Un fenomeno legato all’abbandono delle campagne, che sta peggiorando anno dopo anno la piaga della siccità. Lo spiega Pier Paolo Roggero, ordinario di agronomia e già direttore del dipartimento di agraria di Sassari, uno dei maggiori esperti in tema di impatto dei cambiamenti climatici e della desertificazione.
Il consumo nascosto
Negli ultimi 20, 30 anni, dice, «la superficie forestale in Sardegna è aumentata a dismisura perché abbiamo abbandonato i terreni prima coltivati o destinati a pascolo». Il bosco e la macchia mediterranea si allargano senza controllo, un problema che porta a un paio di conseguenze dal punto di vista ecologico. «Con l’aumento della vegetazione, cresce anche la superficie fogliare traspirante. Le piante consumano più acqua, e non solo perché la prendono dalle profondità del suolo e la rilasciano in atmosfera; e perché aumentano le temperature; ma anche perché aumenta la superficie fogliare per unità di superficie di suolo. Si chiama “indice fogliare”, dato appunto dal rapporto tra la superficie delle foglie per metro quadro di suolo». E qui arriva il punto. L’acqua che evapora.
Il processo ecologico
«Abbiamo fatto valutazioni modellistiche per mettere in evidenza come, nel caso di un pascolo gestito con gli animali, circa la metà dell’acqua piovana viene ridispersa sotto forma di vapore acqueo per evapotraspirazione, termine che combina l’evaporazione dal suolo e la traspirazione attraverso le piante. Nel caso di un bosco questa percentuale sale al 75%, e quindi abbiamo meno acqua per le falde acquifere, i fiumi, i laghi». Acqua che evapora.«In più», aggiunge Roggero, «il fatto che per ogni metro quadro di suolo invece che due metri di foglie ce ne sono quattro o cinque metri, ha un’altra conseguenza: quando piove, quel fogliame intercetta l’acqua facendola evaporare prima che arrivi al terreno, levando dunque alimento alla pianta. Si chiama “frazione intercettata” e abbiamo osservato che in Sardegna, in un bosco, questa quantità va dal 20 al 30%. In pratica un terzo dell’acqua che piove si perde per evaporazione perché intercettata dalla chioma fogliare delle piante». ( p.s. )
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