La città in questi giorni celebra giustamente (e mai abbastanza) l’artista Antonio Corriga con una mostra di alcune sue opere nel palazzo Corrias (visitabile sino all’11 gennaio) ma dimentica un “suo” pezzo nobile tra i ruderi del mercato civico in via Mazzini dove un tempo gli oristanesi, e non solo, si recavano ogni mattina per comprare frutta e verdura, carne e pesce.
E venivano accolti all’ingresso proprio dalla fontana di ceramica che maestro Corriga progettò nel 1956 e inaugurò l’anno successivo.
Il Ministero
Nel 2020 il Ministero l’ha inserita tra «i beni culturali soggetti a tutela». La tutela oggi è rappresentata da un telo blu che ne copre appena la base e lascia il resto alle intemperie del tempo e alla “clemenza” dei vandali che tutto hanno distrutto e pasticciato tranne quell’opera. «La fontana di Corriga appartiene alla storia di questa città e alla memoria di intere generazioni che hanno frequentato il mercato civico», commentava 5 anni fa il sindaco, Andrea Lutzu, la notizia del riconoscimento del Ministero.
Parole e degrado
Così invece l’attuale primo cittadino, Massimiliano Sanna, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Antonio Corriga. Idea e progetto”: «Rendiamo omaggio a un grande protagonista della cultura sarda. Antonio Corriga a Oristano è stato protagonista di un fortunato percorso artistico ma anche di un’intensa attività politica e sociale che lo ha visto interprete di tante battaglie in Consiglio comunale. Con questa mostra vogliamo sottolineare l’importanza di questo straordinario personaggio».
L’assessore alla Cultura, Simone Prevete, sempre quel giorno (14 novembre) ricordava: «Antonio Corriga ha realizzato opere di straordinaria importanza». Ne cita tante ma non quella fontana; forse una dimenticanza che nella realtà si traduce nell’abbandono di quell’opera d’arte. Un “bene culturale soggetto a tutela” da troppi mesi indifeso, nel mezzo del degrado di un mercato che attende da un decennio di rinascere.
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