Chieti. Ieri mattina Nathan, il padre della famiglia che vive nel bosco di Palmoli, è entrato nel casolare dove si trasferirà, in attesa della ristrutturazione della sua abitazione. Il trasloco potrebbe avere un impatto sull’esito del ricorso contro l’ordinanza del Tribunale dei minori dell’Aquila, che il 20 ottobre aveva disposto l’allontanamento dei tre figli in una struttura protetta, dove sono insieme alla madre. Con buste di vestiti, coperte e alcuni effetti personali, Nathan ha iniziato il trasloco nella nuova abitazione concessa gratuitamente dal ristoratore ortonese Armando Carusi. Il casolare adattato ad abitazione turistica, a pochi minuti dal bosco dove la famiglia viveva, sarà a loro disposizione per alcuni mesi, necessari a completare i lavori nella casa originaria. Sabato Nathan aveva ritirato le chiavi e oggi pranzerà con i proprietari. «Ci auguriamo - dice Leonora Carusi, figlia di Armando - che le istituzioni ora si muovano per riunire la famiglia».
«Testimonial d’Abruzzo»
La scelta di vita alternativa della famiglia anglo-australiana, basata su autosufficienza, educazione dei figli in ambito domestico e vita immersa nella natura, oltre a scatenare polemiche sfociate in minacce alla magistratura, è diventata una narrazione simbolica dell’Abruzzo rurale, attirando media e visitatori. E secondo Sos Utenti Aps rappresenta una potente promozione del territorio. L’associazione, attiva da oltre vent’anni nella tutela dei diritti civili e sociali, chiede alla Regione Abruzzo di riconoscere tale valore con un contributo economico straordinario, da destinare al sostegno educativo dei figli e all’apertura di un tavolo sui modelli di vita rurale e comunitaria. «Hanno promosso - dice il presidente onorario Gennaro Baccile - l’immagine dell’Abruzzo incontaminato, libero e autentico». Interviene anche il senatore dem Luciano D’Alfonso: «Cinque giorni fa ho invitato ad attribuire il giusto valore al principio della gradazione nella vicenda, chiedendo a tutti - genitori, servizi sociali e figure istituzionali - di agire con discernimento e spirito collaborativo. Finalmente si vede la luce, ma ci aspettiamo la mano tesa e la collaborazione solidale, oltre a preghiere e premure per il futuro dei bambini».
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