Il caso sul rendiconto dei contributi e delle spese elettorali della candidata del Campo Largo, Alessandra Todde, esplode pochi mesi dopo la proclamazione degli eletti, quando il Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’appello di Cagliari, presieduto dalla giudice Gemma Cucca, notifica alla governatrice un’ordinanza-ingiuzione: 40 mila euro di sanzione e la trasmissione degli atti in Procura e al Consiglio regionale per pronunciare la decadenza.
Il collegio (composto da magistrati, docenti universitari e commercialisti) ha contestato alla presidente Todde di non aver nominato un «mandatario» che certificasse contributi e spese, ma anche di non aver aperto un «conto dedicato» nel quale far confluire i soldi raccolti per la campagna elettorale. La governatrice, dal canto suo, ha depositato tutte le spese sostenute dal suo comitato elettorale, ma poi il presunto conflitto tra alcune dichiarazioni con gli accertamenti effettuati ha convinto il collegio all’invio degli atti in Procura. Aperto il fascicolo dal procuratore capo Rodolfo Sabelli, attualmente gli accertamenti sono ancora in corso. Dal canto suo la presidente Todde ha sempre rimarcato – anche attraverso i suoi avvocati – la sostanziale correttezza della sua rendicontazione, presentando prima ricorso in Tribunale e poi anche due conflitti di attribuzione alla Corte costituzionale: uno contro l’ordinanza-ingiunzione, l’altro contro la sentenza dei giudici civili che, nel frattempo, le avevano dato torto. Qualche giorno fa la Consulta le ha dato ragione sul primo ricorso, dichiarando inammissibile il secondo. Ora dunque la palla passerà alla Corte d’appello: prima udienza il 7 novembre.
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