La grande sete

Invasi a secco nel Basso Sulcis: «Se non piove restrizioni inevitabili» 

La diga di Monte Pranu che alimenta i campi è ai minimi storici 

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«Se la pioggia non arriva il primo sacrificio dovranno farlo gli agricoltori, ma il problema riguarda tutti i cittadini: anche le sorgenti che garantiscono l’acqua potabile stanno rimanendo a secco. Se continua così, alle restrizioni nei campi potrebbero seguire quelle nelle case. Ci auguriamo davvero che i prossimi giorni la pioggia possa cancellare queste tristi previsioni». Nelle parole di Gianluigi Loru, sindaco di Perdaxius, esponente della Condiretti e da qualche settimana consigliere Provinciale con delega all’Agricoltura, tutta la preoccupazione che in questi giorni si respira nel Sulcis Iglesiente.

Occhi al cielo

«Il 31 ottobre terminerà la campagna irrigua – dice – e la situazione nell’invaso di Monte Pranu (Tratalias), ovvero quello che alimenta i campi del Sulcis, è da bollino rosso». Basta leggere gli ultimi dati: l’acqua nell’invaso non arriva a 11 milioni di metri cubi, con una percentuale di riempimento del 22 per cento sulla capacità totale di riempimento. All’interno dell’invaso si possono vedere i resti del nuraghe Bastuppa che in genere sono sommersi e nei punti in cui un tempo atterravano gli idrovolanti si può fare una passeggiata calpestando l’erba. Efisio Perra, presidente del Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale spiega che «il problema dell’invaso di Monte Pranu andrà affrontato al più presto perché, non essendoci una connessione con gli altri invasi, è totalmente legato al meteo». Il presidente ricorda che circa cinque anni fa la pioggia aveva permesso di respirare al punto che l’acqua in eccesso è stata buttata a mare, «ma da tre anni questo non si sta più verificando. Ora c’è stato il via libera dal ministero per progettare l'interconnessione del sistema Basso Sulcis con il sistema Tirso-Flumedosa e sarebbe auspicabile che si acceleri perché un territorio intero aspetta risposte. Abbiamo chiesto che si valuti la possibilità trovare il sistema di valorizzare e utilizzare le acque reflue che arrivano dal depuratore di San Giovanni Suergiu: sarebbe una risorsa certa per dare supporto alle esigenze agricole del territorio». Nel frattempo stiamo responsabilizzando gli agricoltori a un uso virtuoso dell’acqua per scongiurare le restrizioni».

Nei campi

Al momento i razionamenti non riguarderebbero le colture tardive ma nei campi l’allerta è massima: «Ad oggi per noi non ci sono state restrizioni - dice Michele Virdis di Sant’Anna Arresi, che a Masainas coltiva carciofi - ma se non piove rischiamo tutti, anche gli allevatori, di avere grossi problemi». Molto preoccupato anche Patrizio Cui, assessore all’Agricoltura di Masainas e socio della Coop Sulcis Agricola di Masainas: «Fino al 31 non ci saranno restrizioni ma se non piove già dalla settimana prossima rischiamo che ci venga razionata l’acqua. Non abbiamo la garanzia per la chiusura della campagna di produzione 2025-26». Stessa preoccupazione la esprime Michele Pirosu, assessore all’Agricoltura di Tratalias: «Il problema riguarda le campagne e gli allevamenti, ma presto riguarderà anche l’uso civico dell’acqua». Samuel Caboni agricoltore e allevatore con terreni a Masainas e Giba è pessimista: «A settembre – dice - abbiamo provato a fare la domanda per ottenere l’acqua per le colture autunno-invernali ma ad oggi non abbiamo ancora avuto il via libera. Al momento sto lavorando senza alcuna garanzia di arrivare al raccolto».

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