Il caso.

Inchiesta su fondi ad Hamas, intercettato l’ex portavoce dei musulmani di Cagliari  

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C’è una serie di file cancellati nei computer dell’organizzazione italiana che, secondo le indagini della Dda, ha inviato milioni di euro ad Hamas. Possibili prove eliminate da oltre due anni, ma forse ancora nelle mani di una persona fidata. Un elemento che fa presagire nuovi sviluppi. Gli investigatori, anche grazie ad un’attività sotto copertura che ha consentito di violare i server delle associazioni, hanno anche provato a ricostruire il percorso del flusso di soldi destinato alle brigate di Al Qassam - e almeno in un caso anche per Hezbollah - che circolava a volte sui camion umanitari. Dalle intercettazioni contenute nelle carte emerge che, per la paura di essere scoperti e arrestati, da tempo alcuni degli indagati - Mohammed Hannoun e Abu Falastine (il cui vero nome era Ra’Ed Hussny Mousa Dawoud) - avevano deciso di cancellare i file sul pc della sede dell’associazione “La cupola” in via Venini a Milano, uno dei collettori di denaro che sarebbero serviti a finanziare le attività del “Movimento di resistenza islamica”. A giugno Falastine diceva: «Ho cancellato tutto… i vecchi file tutti cancellati... tutte le ricevute cancellate. Ovviamente ho tenuto una copia e l’ho messa in un hard disk e l’ho lasciata da un amico di fiducia». Altri tre computer sono stati trovati durante una delle 17 perquisizioni, nascosti in un’intercapedine nell’appartamento di uno studente nel Lodigiano, e saranno esaminati nei prossimi giorni. Al di là dei contenuti digitali, sono diversi gli elementi che per l’accusa confermano l’adesione ad Hamas del gruppo in Italia. «Toufan al Aqsa, 7 ottobre 2023, è stato l’inizio della liberazione. Noi adesso siamo sulla strada della liberazione...», diceva Abu Falastine. E in un’intercettazione Suleiman Hijazi, stretto collaboratore di Hannoun ed ex portavoce della comunità musulmana a Cagliari, ammette che «per quanto riguarda i progetti la maggior parte dei soldi vanno (...) alla Muqawama (Hamas)». Il 14 febbraio si sente che «Dawoud parla del trasferimento di una somma di denaro da Istanbul ad Amman in favore di Hezbollah» mentre nel 2024 un interlocutore di Hanoun «specifica di aver preparato 10 camion e menziona 3 o 4 borse piene di dollari aggiungendo che ormai nessuno vuole più farina, essendocene in abbondanza». Ma in un’altra intercettazione ci si lamenta: «I 400mila dollari spesi per l’acquisto di alimentari per la carovana benefica saranno rubati in quanto i camion vengono assaliti».

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