Sanluri.

«In 66 anni mai un giorno di riposo» 

Angelo Collu ha girato la Sardegna con la sua bancarella di abbigliamento 

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«Le bancarelle sono in via d’estinzione, sempre meno giovani scelgono la strada dell’ambulante, il mio posto sarà uno dei tanti che resterà vuoto”: Angelo Collu, 78 anni, ambulante di Sanluri, racconta la sua vita tra i mercatini di diversi Comuni dell’Isola. «Avevo 12 anni quando ho iniziato a lavorare nella mia città in una bancarella di abbigliamento. Sono passati 66 anni, non ho mai fatto un giorno di vacanza. Inizio ora, dal primo gennaio vado in pensione». Dal boom del primo giorno, quando il mercatino settimanale contava oltre 70 posteggi, occupando due vie principali, Trieste e San Martino, alla fine quando sono una ventina le attività che resistono alla crisi.

Gli anni d’oro

«La mia vita – dice Collu – l’ho vissuta tra capi di biancheria e tanti sacrifici. Dopo 6 da apprendista, ho iniziato ad arrangiarmi da solo. Uscivo da casa all’alba e raggiungevo il posto con una 600 Fiat stracarica di pezzi da vendere. I clienti erano tanti, a volte la fila si allungava troppo, a spingerli era il caro-prezzi dei negozi, pochi e senza concorrenza. Gli affari a gonfie vele. Dopo due anni di lavoro ero soddisfatto della scelta. Ho comprato casa per tre milioni e mezzo delle vecchie lire, mi sono sposato e ho avuto un figlio, Francesco, che ha seguito le mie ore». Tutto è filato liscio fino al 1985. Poi il mercato più appetibile si è spostato in altri centri della Trexenta e dell’Ogliastra. «Ho lasciato Sanluri – prosegue Collu – per raggiungere altri paesi. Ancora oggi viaggio con un furgoncino, ma con meno merce, pochi acquirenti, guadagni bassi».

La pensione

Si commuove quando pensa alla fine di un percorso che rivede come in un film, il finale avrebbe voluto rinviarlo ancora: «Il giorno di Natale sarà triste, è il mio ultimo mercatino a Mandas, il 31 a Marrubiu. Ormai è venuta meno fiducia e rispetto tra clienti e ambulante. La vita è diventata frenetica, non c’è tempo per scambiare due chiacchiere». Alla fine il rimpianto perché «la bancarella non è stato solo un punto vendita, ma un vero luogo di socialità. Le piazze di molti Comuni, per anni cuore pulsante del commercio di quartiere, si stanno svuotando, con effetti diretti sull’occupazione. «Il calo maggiore – ricorda Collu – parte dal 2014. Ho trasmesso l’amore del mercatino a mio figlio, oggi una delle vittime di un lavoro che sta scomparendo. Basti pensare che Francesco ha iniziato col sogno di restare a Sanluri dove da piccolo mi aiutava. Non c’era un posto libero. È stato obbligato a trasferirsi a Barumini. Comunque si è trovato bene. Ora tutto è in salita. Lo stesso valore della licenza commerciali è passato da 30 a 9 mila euro. Sono triste, lo ammetto, nel futuro non vedo possibilità di ripresa».

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