A volte operatori e operatrici sono molto educati. «Gentile contribuente, la informiamo sull’esistenza di importi insoluti nei confronti dell’amministrazione comunale. La invitiamo a provvedere al pagamento nel più breve tempo possibile». Altre volte, invece, sono più aggressivi: «”Le conviene pagare, al Comune, se non lo fa in tempi brevi ci saranno delle sanzioni”. Così hanno detto proprio a diversi contribuenti, compreso me», denuncia Giuliano Frau, presidente regionale di Adoc, associazione dei consumatori.
Callmia, la società incaricata dal Comune di sollecitare i contribuenti cagliaritani “distratti” che non hanno pagato in tutto o solo in parte l’Imu o la Tari del 2020 a mettersi in regola finisce nel mirino delle associazioni di consumatori. «Utilizzano un metodo che spesso spaventa le persone che, a distanza di cinque anni, non possono ricordare di aver quel debito e quindi entrano in ansia. Il sistema doveva avere tutto un altro significato, doveva essere un modo con il quale il Comune andava incontro al cittadino, avvisandolo di pagare il dovuto per evitare sanzioni. Invece certe telefonate assumono un tono coercitivo», aggiunge.
La scelta
Il Comune, perseguendo la “strategia del dialogo” con cui ha deciso di cambiare il rapporto con il contribuente, sopperendo a una cronica carenza di personale negli uffici, aveva dato mandato alla società di contattare via sms, telefono e mail circa 24mila cagliaritani distratti (si potrà essere contattati da Callmia fino a venerdì 14 novembre). Un avviso bonario che permette di rimediare, versando l’importo stabilito dal Comune e pagato solo all’amministrazione comunale, senza aggiungere un centesimo di sanzioni. «Il nostro obiettivo è quello di favorire il contribuente, evitando gli avvisi di accertamento con riferimento a un anno particolare, il 2020, quando è scoppiato il Covid», spiega Giovanni Ena, dirigente dell’Ufficio Tributi del Comune. «L’obiettivo non è fare cassa, ma favorire il contribuente che per errore», o per omissione «non ha pagato una Imu o Tari nel 2020. È importante precisare», spiega ancora il dirigente, «che non abbiamo affidato un servizio di accertamento e riscossione coattiva. Callmia non fa questo, svolge semplicemente un servizio di sollecito bonario a favore dei contribuenti», aggiunge. Ecco perché, «nessuno si spaventi se fosse già stato contattato o se venisse chiamato la prossima , fino al 14 novembre», l’ultima in cui Callmia avrà il mandato «In ogni caso si può sempre contattare l’ufficio comunale per chiedere conferma in merito a quel sollecito», aggiunge.
I dubbi
La società Callmia era già finita sotto accusa due settimane fa dopo l’interrogazione presentata in Consiglio da Giuseppe Farris (CiviCa 2024) e Massimiliano Piccoi (Riformatori), per i quali non avrebbe i requisiti. «La società non compare nell’albo principale del ministero dei soggetti che si occupano di recupero crediti», ed è corretto perché in questo caso non fa recupero ma solo solleciti bonari (il pagamento poi si fa solo al Comune), spiega Giuseppe Farris, «ma soprattutto non compare nell’albo secondario dello stesso ministero al quale devono essere iscritte le società che pur non svolgendo recupero crediti svolgono comunque una attività che per il ministero è propedeutica al recupero. Per questo motivo», dice, «non potrebbero svolgere l’attività che stanno svolgendo in queste settimane». ( ma. mad. )
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