Più del 10% del Prodotto interno lordo italiano nel 2023 è stato frutto di un’economia sommersa e illegale che sfugge al fisco e che ha ripreso a crescere. In aumento anche il lavoro irregolare, salito a 3 milioni e 132mila unità a tempo pieno (+4,9%).
Il rapporto
Lo evidenzia l'Istat nel suo ultimo report sull’economia nascosta, il cui valore aggiunto si è attestato a 217,5 miliardi con un aumento di 15,1 miliardi (+7,5%) rispetto al 2022 (quando era 202,4 miliardi) cifra che ha portato la quota di Pil generato da attività sommerse o illegali da 10,1 al 10,2% (nel 2023 il Pil dell'Italia è stato di 2.142,6 miliardi).
Le cifre
La parte più rilevante della fetta di valore aggiunto è generato dall'economia sommersa che da sola, nel 2023, ha prodotto valore aggiunto per 197,6 miliardi (pari a 9,2% sul Pil). Di questi, 185 miliardi di euro, sono il valore prodotto dal sommerso nel lavoro, alimentato da sotto-dichiarazioni e lavoro irregolare. Una cifra cresciuta di 14,5 miliardi in un solo anno. Le attività totalmente illegali hanno generato invece un valore di quasi 20 miliardi, corrispondenti allo 0,9% del Pil. La parte preponderante delle attività illegali è data dal traffico di stupefacenti il cui valore aggiunto ha toccato i 15,3 miliardi di euro (+0,2 miliardi rispetto al 2022).
I settori
In crescita i “servizi di prostituzione” il cui valore aggiunto ha toccato i 4,8 miliardi. Mentre il contrabbando di sigarette resta marginale a 500 milioni di euro Le principali componenti dell'economia sommersa ancorché non illegale, spiega l'Istat, sono costituite dal valore aggiunto occultato tramite comunicazioni intenzionalmente errate del fatturato e/o dei costi (sotto-dichiarazione) o generato attraverso l'impiego di lavoro irregolare.
A questi si aggiunge il valore dei fitti non dichiarati e delle mance. Sia il sommerso sia le attività illegali nel 2023 sono risultati in crescita. Il sommerso è salito dell’8,2% pari a 14,9 miliardi in più, mentre le attività illegali segnano una crescita dell'1% (+0,2 miliardi di euro). In crescita anche il lavoro irregolare, che nel 2023 ha visto un aumento di unità lavorative a tempo pieno sopra i 145.000 con un aumento del 4,9%. Molto significativa la presenza di lavoratori irregolari in agricoltura (17,6%), nel commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (15,0%) e nelle costruzioni (12,8%).
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