Kiev. La Casa Bianca conferma che il presidente Trump sta lavorando al piano per «la fine della guerra in Ucraina, buono per entrambe le parti». Un piano che il tycoon ha fatto recapitare dai suoi generali a Kiev. E Volodymyr Zelensky, pur non sbilanciandosi sui contenuti che appaiono fortemente penalizzante per gli ucraini, si è detto pronto a collaborare: «Ne parlerò con Trump», ha detto mentre alcune fonti ucraine bollavano il piano come «assurdo e irricevibile». Frustrazione condivisa anche dall’Europa, tagliata fuori, mentre Mosca annunciava di aver preso un altro bersaglio cruciale per la sua avanzata: la città di Kupyansk.
L’incontro saltato
«Gli Stati Uniti e l’Ucraina lavoreranno congiuntamente e in maniera costruttiva», si è limitata a far sapere la presidenza ucraina in una nota dai toni apparentemente concilianti. Il mantra, anche a Bruxelles, è uno solo: calma e gesso. Sottotraccia, però, serpeggia la preoccupazione per un accordo siglato fra il tycoon e lo zar senza tenere conto degli interessi dell’Europa e dell’Ucraina. A Kiev non tutti hanno mantenuto i nervi saldi (alcuni alti funzionari hanno definito il piano «una provocazione»). «Non ci sono segnali che il Cremlino sia pronto per negoziati seri: Vladimir Putin vuole guadagnare tempo per evitare le sanzioni Usa», ha detto Oleksandr Merezhko, presidente della commissione Esteri. L’inviato di Trump per il Medio Oriente e la Pace, Steve Witkoff, avrebbe dovuto incontrare Zelensky in Turchia, ma il viaggio è saltato perché la genesi di questo piano ha indispettito il presidente ucraino. Witkoff, infatti, lo avrebbe negoziato con il suo corrispettivo russo Kirill Dmitriev, che come lui non è un diplomatico e non ha legami con alcuna struttura ufficiale.
Vittime civili
Per quanto se ne sa, il piano in 28 punti in stile Gaza prevede clausole inaccettabili per Kiev, come il dimezzamento dell’esercito e la rinuncia ai territori occupati. Su X il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, ha scritto che «il raggiungimento di una pace duratura richiederà che entrambe le parti accettino concessioni difficili ma necessarie». Ma da parte della Russia per ora non se ne vedono, accusa l’alta rappresentante Ue Kaja Kallas, che ha ricordato l’assenza di una tregua e il continuo bombardamento in Ucraina, con il conseguente pesante bilancio di vittime civili.
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