I commissari delle Asl di Oristano e Nuoro, Federico Argiolas e Angelo Zuccarelli, non hanno (più) l’idoneità per ricoprire l’incarico. Sul punto concordano il Psd’Az e l’assessorato regionale alla Sanità. A differenziare i punti di vista c’è la lettura del fatto. Secondo Christian Solinas e Antonio Moro, segretario e presidente dei Quattro Mori, finiscono «nel caos i sistemi sanitari di quei territori» e «la furia poltronara dei Cinquestelle getta nell'incertezza tutta l'organizzazione aziendale e la stessa legittimità degli atti adottati». L’assessore Armando Bartolazzi replica: «Nomine nel rispetto delle norme quando sono state effettuate, nessun problema per l’attività delle Asl. Ora i ricorsi».
Il problema è sorto due giorni fa, quando come il Ministero della Salute – e lo fa ogni due anni – ha aggiornato l’elenco degli idonei a ricoprire la carica di direttore generale delle aziende sanitarie: da lì, secondo le delibera di Giunta di aprile che ha commissariato le Asl sarde, dovevano essere attinti i nomi per guidare il nuovo corso della sanità isolana. Secondo la nuova lista Argiolas e Zuccarelli possono dirigere l’ente, ma solo in regioni con mezzo milione di abitanti. La Sardegna ne ha il triplo. Nel precedente elenco, da cui li ha pescati l’esecutivo di Alessandra Todde, entrambi comparivano senza limitazioni. «Infatti nessuno aveva avuto da eccepire», dice ancora Bartolazzi, «proprio perché le procedure erano state rispettate».
Solinas e Moro non demordono. E puntano l’attenzione sui tempi: «La legge prevede che per essere idonei a dirigere aziende in regioni sopra i 500.000 abitanti», attaccano, «si debbano avere almeno cinque anni di direzione di strutture idonee negli ultimi sette anni. Se per raggiungere il quinquennio, invece, si deve estendere il periodo ai 10 anni precedenti alla domanda si ottiene un’idoneità limitata esclusivamente alle aziende di piccole regioni». In sintesi: i due commissari avrebbero perso l’idoneità per il trascorrere del tempo senza incarichi. Il Ministero aveva avvertito che entro il 24 giugno i candidati a entrare nella lista avrebbero potuto opporsi alla valutazione della commissione ministeriale. Quindi, è la teoria del Psd’Az, tutti sapevano dell’inidoneità. E non da due giorni.
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