La storia

Il parroco social che accoglie i turisti 

Don Ignazio Serra, nato a Genoni,  guida i fedeli di Barumini e Gesturi 

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Fede, turismo e tecnologia. La missione pastorale di don Ignazio Serra contempla preghiera, trekking, archeologia, internet e intelligenza artificiale. Accoglie ospiti provenienti da tutto il mondo e documenta la sua attività sui suoi profili social. Originario di Genoni, classe 1963, è cresciuto ai piedi della Giara e ora, da qualche settimana come parroco di Barumini e Gesturi, si distingue per numerose iniziative. È un prete 2.0 che utilizza la tecnologia per promuovere la vita comunitaria e la fede. Ha fatto dell’ospitalità e della comunicazione i tratti distintivi del suo ministero. Ha un sogno e conta di realizzarlo presto: un cammino sulla Giara, tra fede e natura.

Il ritorno a casa

Dopo 37 anni di ministero nella diocesi Arborense (dalla Barbagia al Guilcier-Barigadu, dal Mandrolisai al Campidano e al Sinis), dove ammette di essere stato bene, è tornato a casa, ai piedi della sua Giara. «Sono felice di essere prete e di esserlo proprio qui, in un patrimonio di santità che aiuta a respirare bellezza in ogni angolo e ogni giorno: Marmilla e Sarcidano sono terre ricche di natura, archeologia, storia e spiritualità. Il “triangolo benedetto” della santità che mi accompagna e ispira ogni passo: padre Melis, padre Prinetti, il beato Nicola e Sant’Ignazio ci ricordano che la santità è concreta e possibile. A chilometri zero». Per don Ignazio Serra è importante che le istituzioni collaborino. «Con i sindaci di Barumini e Gesturi, e le istituzioni, desideriamo lavorare insieme, unendo le forze per il bene comune di queste terre». Il primo passo è stato fatto lo scorso anno in tempi non sospetti: con un gruppo di camminanti un test di 100 chilometri di cammino percorrendo il “Periplo della Giara”: «Un sogno che unirà le 17 comunità ai piedi dell'Altopiano e permetterà di far conoscere i borghi che tanto hanno da offrire in termini di umanità, conoscenze, convivialità e calore». È convinto che «il periplo della Giara sarà come un fiume che irriga ogni campo con i pellegrini che giungeranno passo dopo passo, e tutti, chi accoglie e chi riceve, sperimenteranno quanto c'è più gioia nel dare che nel ricevere». L'appuntamento alla scoperta dei 17 borghi ai piedi dell'altopiano è fissato a novembre, come lui stesso ha recentemente postato sul suo attivissimo profilo Facebook.

La mostra su Acutis

A Barumini è artefice della mostra dedicata a Carlo Acutis, il santo che sta suscitando grande interesse tra i giovani. «Vedono in lui un compagno credibile, capace di parlare anche attraverso il digitale; per noi adulti è un invito a vivere la fede oggi, senza nostalgie, un esempio che la santità è possibile anche oggi: la sua testimonianza aiuterà molti a riscoprire la bellezza della fede cristiana sin da quando si è ragazzi». In un'altra iniziativa per coinvolgere le sue comunità, è il sondaggio per individuale il logo delle parrocchie, totalmente online e nei canali social. E proprio al digitale don Serra affida una parte importante della sua missione pastorale. Non solo pubblica immagini e cronache delle attività con i fedeli, oltre a cimentarsi anche in interazioni con l'intelligenza artificiale, ma considera la rete uno strumento per raggiungere tutti.

Il mondo digitale

«Ricordo che la parrocchia di Ortueri nel 1996, fu la prima in Sardegna a sbarcare in Rete. I social – sottoinea il sacerdote – oggi permettono di raggiungere chi cerca parole di speranza, alla ricerca di senso e ideali forti, mentre i cammini e il turismo religioso permettono di incontrare le persone, di respirare la bellezza del Creatore, di costruire ponti e cementare relazioni. La fede è accoglienza: sui social come nei cammini, si fa uso del linguaggio per condividere un ambiente, avanzare insieme, seminare bellezza e non inquinamento attorno a noi. Mi piacerebbe - conclude don Ignazio Serra - che i pellegrini e i turisti avvertissero comunità vive, pronte ad accoglierli e a testimoniare la bellezza della fede in un territorio ancora incontaminato, ricco di storia, cultura e identità».

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