Il 2025 è un anno da bollino rosso per le foreste italiane, messe sotto scacco dall’impennata degli incendi e dall’accelerata della crisi climatica. È quanto emerge dai dati raccolti da Legambiente nel suo nuovo report, presentato ieri a Roma all’VIII Forum Foreste. E la Sardegna resta purtroppo tra la regioni più colpite.
I dati
Secondo lo studio, quest’anno l’Isola ha perso 3.752 ettari, pari a 5mila campi da calcio. Questo considerando soltanto i 57 incendi più gravi che hanno devastato zone boschive. La maglia nera assoluta va alla Sicilia, con 49.064 ettari bruciati in 606 incendi. Segue la Calabria, con 16.521 ettari andati in fumo in 559 roghi. Quindi la Puglia (8.009 ettari in 114 eventi), la Campania (6.129 ettari in 185 episodi) e la Basilicata (4.594 ettari in 62 incendi). Quanto alla ripartizione provinciale, davanti a tutti ci sono i territori siciliani con Agrigento (17.481 ettari devastati dal fuoco), Caltanissetta (11.592) e Trapani (7.148). Poi ecco Cosenza (6.720) e Foggia (4.9739).
Quadro complessivo
Lo scenario nazionale è stato ricostruito attraverso i dati Effis del satellite Sentinel 2, capace di tracciare anche dei roghi sotto gli 30 ettari: in totale sono stati 94.070 quelli bruciati da inizio 2025 al 15 ottobre, quasi il doppio rispetto ai 50.525 dell’anno scorso. La nuova estensione boschiva distrutta dalle fiamme corrisponde a 132mila campi da calcio, per avere un’idea del danno ambientale. «All’impennata degli incendi – ha sottolineato l’associazione verde – si affianca l’accelerata della crisi climatica che contribuisce a rendere le foreste più fragili e vulnerabili con eventi meteo estremi sempre più intensi, ondate di siccità. Si aggiunga che l’estate 2025 è stata particolarmente siccitosa per l’Italia: stando alle rilevazioni di Copernicus, il programma europeo di osservazione della terra, le temperature registrate sono state più quinte più calde di sempre dal 1950, con un’anomalia termica di +1,62° gradi centigradi».
Risorse da difendere
Legambiente ha presentato al Governo dieci proposte per contenere il fenomeno degli incendi e del consumo di territorio, come la maggiore tutela di foreste e biodiversità. Anche perché nel Vecchio Continente «l’Italia è uno dei Paesi che può vantare la maggiore superficie boschiva, pari a oltre dieci milioni di ettari che corrispondono a circa il 38% del territorio nazionale». Non solo: le foreste nostrane sono anche tra le più diversificate, sempre secondo i dati Eurostat: «Il 45% dei popolamenti arborei è composto da 4-5 specie differenti, segno di una ricca biodiversità», hanno spiegato ancora da Legambiente.
Economia del legno
Agricoltura e allevamento intensivi rappresentano oggi nel mondo la causa principale della deforestazione, seguiti dall’eccessivo sfruttamento delle risorse e dall’espansione urbana incontrollata. Legambiente ricorda che l’Ue è tra i maggiori utilizzatori di materie di origine forestale: solo Italia, Germania, Francia e Olanda importano oltre il 50% dei prodotti che entrano in Europa. Non va dimenticato «il commercio illegale di legnami che genera un valore economico stimato in circa 100 miliardi di euro e finanzia un crimine redditizio». Questo a fronte di una filiera, quella italiana dell’arredo, che invece è un tassello dell’economia nazionale con «71.500 imprese, 307.000 addetti e un saldo commerciale attivo pari a 7,6 miliardi di euro».
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