Regione

I parlamentari snobbano la Statutaria 

Solo in sette hanno partecipato alla commissione speciale convocata da Comandini 

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Il riequilibrio dei rapporti tra Giunta e Consiglio regionale, una nuova legge elettorale per una rappresentanza proporzionata nei territori, la lotta alla crisi demografica, maggiore autonomia in materia di istruzione, una continuità territoriale efficiente, il ritorno all’elezione diretta dei rappresentanti delle Province, il contrasto dell’astensionismo e, infine, la necessità di aggiornare le competenze in capo agli assessorati, oggi troppo frammentate tra le diverse deleghe, per arrivare a un’azione di governo più efficace. Tante proposte sono arrivate ieri dai parlamentari sardi ascoltati in commissione speciale sulla statutaria e sulle norme di attuazione dello Statuto. Ma potevano essere di più, considerato che hanno risposto all’invito del presidente Piero Comandini appena in sei (sette considerando il collegamento in videoconferenza del senatore del M5S Mario Perantoni) su sedici.

Assenti

C’erano i dem Silvio Lai e Marco Meloni, i deputati di FdI Gianni Lampis, Francesco Mura e Salvatore Deidda (mancavano i senatori Antonella Zedda, Barbara Polo e Giovanni Satta), e la deputata dei Progressisti eletta con Avs Francesca Ghirra. Del M5S è intervenuto solo Perantoni: assenti i senatori Ettore e Sabrina Licheri, e Giovanna Cherchi. Hanno disertato l’appuntamento anche i parlamentari di Forza Italia, Pietro Pittalis e Ugo Cappellacci, e della Lega, Dario Giagoni. Tutti d’accordo, i presenti, sulla necessità di adeguare la forma di governo regionale alle sfide moderne, ridefinendo i rapporti con lo Stato e con l’Ue. Serve anche, ha detto Mura, più attenzione, a deleghe come quella sull’innovazione e sulla gestione dei Fondi e dei contributi europei.

Il caso Trentino

In generale, i parlamentari hanno invitato la commissione speciale a prendere ad esempio i risultati già raggiunti dal Trentino Alto Adige. In particolare, ha sottolineato Francesca Ghirra, sui vincoli imposti dalle «grandi riforme economico-sociali che consentono allo Stato di passare sopra le competenze specifiche della nostra regione». Silvio Lai ha spiegato che «siamo di fronte ad una fase di declino sociale ed economico della nostra regione», e ha sottolineato l’importanza di ripensare a un nuovo Piano di rinascita per la Sardegna, come previsto dall’articolo 13 dello Statuto sardo. Ancora Ghirra, a proposito della continuità territoriale, ha auspicato che il Governo investa più risorse per la Sardegna, come fanno Spagna e Francia per le Baleari e la Corsica. Sul tema, Salvatore Deidda ha parlato da presidente della commissione Trasporti alla Camera: è meglio, ha domandato a tutti, mantenere l’accordo siglato dall’allora presidente Renato Soru, oppure creare una commissione paritetica assieme allo Stato per affrontare le grandi tematiche, che poi la Regione possa declinare utilizzando la specificità della nostra autonomia? Oltretutto, ha aggiunto, «bisogna lavorare, a livello europeo, per inserire la Sardegna tra le regioni ultraperiferiche e ottenere benefici e regole che superino i limiti in tema di concorrenza. In questa battaglia la Regione troverà sicuramente nello Stato un suo complice e un suo alleato».

Autonomia differenziata

Marco Meloni ha insistito sul calo demografico: «Se guardiamo ai prossimi decenni sarà drammatico, unito all’elevato tasso di emigrazione dei nostri ragazzi». Poi, rivolto ai parlamentari della maggioranza: «Sostenere lealmente il proprio governo è un dovere ma sia chiaro che l’autonomia differenziata è un modo per depotenziare l’autonomia della Sardegna e sottrarre risorse altrimenti destinate al riequilibrio delle Regioni». Ultimo a prendere la parola, il deputato Gianni Lampis (FdI): «Partiamo dalla consapevolezza che non serve lo scontro col Governo, ma ricerchiamo la collaborazione con il Governo e instauriamola, considerando che anche il Parlamento sta dimostrando una notevole attenzione verso le Regioni a statuto speciale». (ro. mu.)

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