Guardia Costiera.

I garanti della sicurezza a bordo 

Ispezioni sulle navi: «Ecco come tuteliamo passeggeri ed equipaggi» 

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La missione è quotidiana: «Garantire la sicurezza dei passeggeri, quella dell’equipaggio e tutelare l’ambiente marittimo», evidenzia Giovanni Sau, sottotenente di vascello e capo sezione Sicurezza della navigazione della Guardia Costiera di Cagliari, prima di lasciare gli uffici della Capitaneria di via dei Calafati. Destinazione le banchine del porto, per l’ispezione in programma sulla motonave Corfù della Grimaldi Lines. Della squadra fanno parte anche la sottotenente di vascello Martina Cezza e il luogotenente Antonio Boi: devono verificare le documentazioni e i certificati obbligatori, con le rispettive scadenze, presenti a bordo del traghetto appena attraccato nel porto di Cagliari, ma anche la plancia di comando, la sala macchine, tutti i sistemi di sicurezza e gli spazi a disposizione dei passeggeri e quelli dell’equipaggio.

I numeri

Le ispezioni sulle navi italiane solitamente non nascondono particolari imprevisti rispetto a quelle sulle imbarcazioni straniere: «Il più delle volte ci possono essere delle irregolarità sulla documentazione o sui certificati», evidenzia Sau. «Ma arrivare al fermo della nave è molto raro. Anche perché l’Italia è all’ottavo posto, in termini di sicurezza a bordo, al Mondo». I militati della Guardia Costiera sono anche quelli che rilasciano i certificati di sicurezza che servono ad abilitare l’imbarcazione alla navigazione. Sulle navi straniere il discorso è diverso. Si tratta di controlli, a sorpresa, per verificare il rispetto di tutte le condizioni di sicurezza. L’agenzia europea per la sicurezza marittima (Emsa) stila un elenco delle imbarcazioni considerate a rischio per vetustà della nave, per la performance della bandiera e della compagnia: più si è in basso nella graduatoria è più si è oggetto di ispezione. Nelle 87 verifiche effettuate nei primi dieci mesi dell’anno hanno fatto emergere 86 irregolarità. Solo una nave è risultata perfettamente in regola. In undici casi si è arrivati alla detenzione dell’imbarcazione per le troppe criticità (in particolare nel sistema antincendio e nei mezzi di salvataggio).

La plancia

E l’ispezione, come quella svolta sulla Corfù della Grimaldi Lines, non trascura nessun aspetto. La prima tappa è la plancia di comando. Da qui si deve essere in grado di gestire ogni emergenza: «Attraverso le strumentazioni e i sistemi di allarme», sottolinea il comandante della motonave, Pasquale Colicchio, «possiamo affrontare qualsiasi imprevisto. Da qui si possono, per esempio, azionare le porte taglia fuoco in caso di incendio per isolare la zona del rogo, attivare i sistemi antincendio ma anche organizzare un eventuale soccorso a persone in mare o imbarcazioni in difficoltà, ma anche lanciare un allarme. Tutto quello che viene detto in plancia è registrato».

Zone sensibili

A bordo non ci possono essere pecche: «Ne va della sicurezza di passeggeri e dello stesso equipaggio», ribadisce Sau mentre con i colleghi effettua le verifiche sul funzionamento dei vari sistemi di sicurezza, come quello delle zattere e dei battelli di salvataggio, con l’equipaggiamento e il piano di evacuazione. E poi l’ispezione nel cuore della nave, la sala macchine: «Da qui si controllano i motori ma anche i sistemi elettrici. Tutto viene verificato in modo attento e scrupoloso», spiega il capo sezione Sicurezza della navigazione della Guardia Costiera. E ancora il controllo nello scafo con doppio fondo, fondamentale per evitare sversamenti in mare e danni all’ambiente. E alla fine una stretta di mano per il via libera: a bordo della Corfù è tutto in regola.

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