Baratili.

«I bimbi hanno diritto di credere in Babbo Natale» 

La protesta dei genitori e la risposta del vescovo di Oristano: è stato un errore 

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La reazione dell’arcivescovo di Oristano, monsignor Roberto Carboni, è forte: «È stato uno sbaglio da non ripetere e da non difendere per nessuna ragione. I bambini hanno bisogno di credere alla favola di Babbo Natale. Spetta ai genitori, quando lo ritengono opportuno, spiegare ai loro figli la verità su questa figura che per i più piccoli è magia, gioia, felicità. E non a noi sacerdoti». Parole molto chiare, quelle di padre Carboni, pronunciate dopo che diverse famiglie di Baratili San Pietro hanno chiesto il suo intervento perché il parroco del paese, don Valerio Casula, qualche giorno prima di Natale avrebbe detto ai piccoli che Babbo Natale non esiste. E da giorni in chiesa non si parla d’altro.

La polemica

Dopo aver visto i loro figli in lacrime, tristi e confusi per questa scoperta forse arrivata troppo presto, diversi genitori non sono rimasti a guardare. Pochi giorni fa, hanno infatti deciso di scrivere una lettera all’arcivescovo per chiedergli un intervento che possa evitare in futuro situazioni simili. «Non si tratta di una questione di fede o di dottrina, ma di sensibilità educativa e rispetto dei ruoli - si legge nella lettera scritta da Alessio Fanari, padre di due bambini - La modalità e il contesto in cui è stato affrontato l’argomento hanno di fatto invaso la sfera educativa delle famiglie, spezzando bruscamente un elemento simbolico e affettivo importante per l’infanzia. Non ritengo giusto che i bambini debbano venire a sapere dell’inesistenza di una figura così importante da persone che dovrebbero invece accompagnarli alla scoperta in modo naturale. Con questa lettera non si intende creare polemica, ma chiedere un suo intervento affinché situazioni simili non si ripetano». Diversa è invece la versione di don Valerio Casula che, con decisione, rispedisce le accuse al mittente: «Non ho mai detto che Babbo Natale non esiste, ho solo affermato che non ha a che fare con la nascita di Gesù e con il vero significato del Natale, che è ben altro. Inoltre, quando ho spiegato tutto questo, i bambini in chiesa non c’erano».

L’arcivescovo

Anche monsignor Carboni, però, come i genitori di tanti bambini, non è rimasto a guardare: «Dopo aver ricevuto varie segnalazioni che di certo non mi hanno fatto piacere - spiega l’arcivescovo - ho allertato subito il vicario generale don Roberto Caria, che oltretutto ha ricevuto anche lui lamentele da parte di varie famiglie del paese, e gli ho chiesto di mettersi in contatto con don Valerio Casula per metterlo al corrente del disagio che ha provocato nei bambini e nelle loro famiglie». Al parroco è stato chiesto di prestare maggiore attenzione nel parlare e di moderare le sue riflessioni, visto che si tratta di bambini. «Non spetta a noi sacerdoti dare queste spiegazioni, parlare chiaro di Babbo Natale - tiene a precisare Monsignor Carboni - Semmai, con i più piccoli, si deve parlare del significato di Gesù Bambino e della sua nascita. Spetta invece ai genitori affrontare il tema delicato di Babbo Natale e della sua esistenza, come e quando credono, in base anche al carattere di ogni bambino.Sono certo che don Valerio Casula non ha agito in questo modo per offendere qualcuno».

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