Nei panni dei sindaci bisognerebbe mettersi, per una volta. Sono il parafulmine di ogni protesta, incluse le Guardie mediche turistiche rimaste chiuse quasi ovunque, quest’estate. «Parliamo di un servizio in meno, per chi viene da noi a trascorrere le vacanze e per chi vive qui tutto l’anno», dicono i primi cittadini. Ma bisognerebbe mettersi pure nei panni dei camici bianchi, specie quelli giovani, «a cui viene chiesto di garantire il primo soccorso senza poter disporre, spesse volte, degli strumenti di base», osservano dall’Associazione Liberi specializzandi.
Il ragionamento
Walter Cabasino, sindaco di Pula e medico in pensione, avrebbe pure la patente dell’esperto per fare polemica, non solo la fascia tricolore. La reazione è amara: «In Sardegna, da molto tempo i problemi della sanità sono tanti. Ma quando i turisti scelgono la meta delle vacanze, chiedono due cose: sicurezza e sanità. Sguarnire i territori dell’assistenza medica, rende una località meno appetibile. Senza dimenticare che il diritto alla salute andrebbe garantito senza differenze geografiche a tutti i cittadini, a cominciare dai residenti».
Le rinunce
I compensi medi per una guardia medica turistica oscillano tra i trenta e i sessanta euro per un’ora di servizio (cifra lorda). «Nessuno ne fa una questione di soldi – è il primo punto fermo messo dall’Associazione Liberi specializzandi –. Anche perché se l’assenza di adesioni al bando regionale fosse legata a ragioni economiche, basterebbe prevedere tariffe più alte. Invece il grande freno di cui si parla poco è la colpa medica: le guardie turistiche sono presidi di primo soccorso, in strutture non adeguate e neanche attrezzate al meglio». Insomma, il gioco non vale la candela per chi sta iniziando la professione (ma sempre più spesso il timore delle denunce ferma pure i veterani). E poi ci sono ragioni legate alla formazione: «Questo tipo di assistenza richiede competenze eterogenee che un giovane laureato non ha: in una guardia medica turistica il flusso è elevato e si è chiamati ad affrontare i casi più disparati».
I messaggi
A Golfo Aranci, la fascia tricolore la indossa Giuseppe Fasolino, consigliere regionale dei Riformatori. «Con le guardie mediche turistiche parliamo di un servizio fondamentale per i tanti vacanzieri, è davvero assurdo che manchi la programmazione su presidi sanitari aperti appena tre mesi l’anno». Poi l’analisi di Fasolino si fa più politica: «L’aspetto ridicolo della vicenda – prosegue l’esponente dei liberal democratici – è che negli anni scorsi questa maggioranza ha tuonato a più riprese contro il centrodestra quando i problemi di reclutamento del personale cominciavano a emergere. Le mancate attivazioni delle guardie turistiche erano comunque isolate, quest’anno invece il servizio manca quasi del tutto. La gravita della situazione è sotto gli occhi di tutti, sebbene il Campo largo continui a far ricadere le colpe su chi li ha preceduti, dimostrando di non sapersi assumere, fatto gravissimo, nemmeno la responsabilità di governo». L’importanza del servizio la spiega Ivan Mameli, sindaco di Bari Sardo, uno dei Comuni “miracolati”: «Intanto la nostra guardia turistica è punto di riferimento anche per Loceri e Cardedu. Sono decine le persone che ogni giorno evitano di intasare il Pronto soccorso di Lanusei, funzionando da importantissimo filtro nell’assistenza sanitaria del territorio».
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